Le pinne Phazer e Storm rappresentano i modelli di punta di Aqualung per la propulsione subacquea – Parte 1

Attrezzature


Le pinne Phazer e Storm rappresentano i modelli di punta di Aqualung per la propulsione subacquea

Concepite per due esigenze diverse, sono frutto di attenti studi di idrodinamica


001

Ottimizzare Il nuoto di un subacqueo, offrendo modelli di pinne performanti, ma nello stesso tempo comode da indossare e non particolarmente impegnative per la muscolatura, è uno degli aspetti che maggiormente impegna i progettisti di attrezzature. Si tratta di far coincidere una serie di esigenze, che per definizione, sono contrastanti fra loro.

In linea di massima se partiamo dai concetti tecnici di base, una pinna per restituire una forte propulsione, o se per esempio deve essere efficacemente impiegata per contrastare una forte corrente, deve avere una pala piuttosto grande e rigida, che per essere sfruttata appieno, richiede necessariamente un certo impegno muscolare e un buon allenamento. Tuttavia anche in condizioni normali, senza forzare l'azione del nuoto, e per un uso generico, questa tipologia di pinne, per le sue caratteristiche strutturali, risulta comunque piuttosto dura e richiede inevitabilmente una certa forza di gambe. Al contrario, se si vuol nuotare in pieno relax senza fatica in acque tranquille, la soluzione migliore è costituita da un modello dalla pala molto morbida e poco impegnativa, ma se poi le condizioni ambientali dell'immersione cambiano, e c'è necessità di portarsi rapidamente fuori da situazioni difficili, inevitabilmente le pinne leggere mostreranno tutti i loro limiti. Ecco quindi la necessità, ma anche la difficoltà di coniugare le diverse caratteristiche in un unico progetto, che deve risultare valido in tutte e due le situazioni opposte, e soprattutto che non rappresenti un compromesso mal riuscito che non soddisfi appieno nessuna delle due esigenze. La sfida è proprio questa, e non è certo un obiettivo facile, ma che in anni recenti i progettisti di Aqualung, uno dei più grandi gruppi internazionali di attrezzature subacquee, hanno voluto affrontare con un approccio ingegneristico molto avanzato, grazie all’utilizzo di moderni software di simulazioni fluidodinamiche, e grazie anche all’impiego di nuove e sempre più performanti mescole di materiali plastici e in gomma, che offre oggi l’industria chimica.

Modello Phazer


002

I progetti più avanzati di Aqualung dedicati al nuoto subacqueo, sono attualmente concentrati nella pinna Phazer, modello di punta del catalogo, disponibile in quattro taglie e in sette combinazioni di colori studiati con Hi-Vis Technology, per una grande visibilità in acqua. Frutto di studi molto attenti, anche con l'aiuto di software dedicati, il primo obiettivo è stato quello di orientarsi verso le esigenze della fascia di utenza media e medio alta dell’immersione ricreativa, che in pratica costituisce la percentuale più elevata di subacquei a livello internazionale. Quindi una pinna con caratteristiche decisamente performanti, ma che non esasperi lo sforzo muscolare.

Gli studi si sono concentrati nella restituzione elastica della combinazione di tre materiali utilizzati per un disegno fluidodinamico che prevede una flessione differenziata delle varie parti della pala, a seconda dell’alternanza delle due fasi del nuoto.

Il punto di partenza del progetto Phazer è la calzata a cui è affidato il bloccaggio del piede. Questo è ottenuto con una scarpetta in gomma a spessore differenziato e di disegno ergonomico rapportato alle forme medie dei calzari normalmente usati dai subacquei. Nella base interna d’appoggio, è ricavata nello stampo una suola rigida in materiale plastico termosaldato, che assicura una grande stabilità, con un disegno a rilievo che aiuta ulteriormente a mantenere ben fermo il calzare, Grip Effect, all’interno della scarpetta.

003

Il punto di partenza del progetto Phazer è la scarpetta, realizzata in diversi materiali e a spessori differenziati per assicurare la massima presa sul calzare, ma nello stesso tempo mantenendo il necessario comfort del piede fino a fine immersione. Si noti all'interno della scarpetta la base rigida in termoplastica che assicura stabilità alla calzata, con la superficie scolpita che evita scivolamenti della suola del calzare.

Il piede viene bloccato nella parte posteriore da un bangee strap in silicone, che risulta facilissimo da manovrare sia per indossare la pinna sia per toglierla, dotato di una talloniera con una linguetta ben dimensionata per essere manovrata anche con i guanti. Questa soluzione è ormai adottata da tutti i produttori di attrezzature subacquee, per la sua semplicità ed efficacia, grazie al livello tecnico raggiunto oggi dalle mescole in silicone elastico, e ha ormai soppiantato il tradizionale cinghiolo regolabile. Grazie alle soluzioni descritte, adottate per la realizzazione della scarpetta, anche con le sollecitazioni dell’azione del nuoto, il piede risulta sempre efficacemente bloccato da una tenuta ben ferma sulla base d’appoggio, ma morbida e elastica attorno al collo, senza scivolamenti, con un apprezzabile effetto di confort anche dopo parecchi minuti d'immersione.

004

Il bangee strap in silicone di ultima generazione assicura un bloccaggio ottimale del calzare e una notevole facilità nell'indossare e togliere la pinna. Questa soluzione, per la sua efficacia e praticità, ha ormai sostituito il tradizionale cinghiolo regolabile in gomma. La talloniera è pure dotata di una presa ad anello molto ben dimensionata per essere presa facilmente anche con i guanti.

I progettisti di Aqualung hanno curato molto questi aspetti perché se il bloccaggio del calzare, e quindi del piede, non avviene in maniera ottimale, ogni movimento della gamba disperde gran parte della forza impressa dalla muscolatura, vanificando la completa efficacia della pinna, e in più con conseguente affaticamento e facilità di incorrere in dolorosi crampi.

A completare le caratteristiche della scarpetta, per quanto riguarda la parte esterna, sul lato inferiore, sotto il piede, sono ricavate delle placche antiscivolo ben dimensionate, che assicurano la stabilità di un subacqueo quando si muove, ad esempio, sulla superficie bagnata di un'imbarcazione con l'attrezzatura addosso.

005 (1)

La parte inferiore della scarpetta è dotata di placche antiscivolo molto efficaci per assicurare la necessaria stabilità di un subacqueo, ad esempio, quando si muove con l'attrezzatura addosso, sul piano di calpestio bagnato e scivoloso di un'imbarcazione.

Il disegno della scarpetta, fin dalla parte posteriore, è accompagnato su entrambe i lati da due longheroni che arrivano in avanti quasi alla fine della pala, e che costituiscono il cuore, la struttura portante del progetto della pinna. Con l'utilizzo di tre materiali uniti fra loro e un'indovinata soluzione ingegneristica, denominata tecnologia composita Weve Rib, i progettisti hanno voluto realizzare una struttura con disegno ad onda, che sottoposta a flessione, restituisce una forte risposta elastica contraria e progressiva, molto efficace nella propulsione. Proprio perché in fisica in un'onda viene descritta, tra le altre, una caratteristica denominata fase, phase, questa ha ispirato ad Aqualung il nome del modello, Phazer, ad indicare la componente principale che genera energia. Come si vede chiaramente dalle foto a corredo di quest'articolo, sui lati dei longheroni è ben in evidenza lo strato di materiale termoplastico con disegno ad onda, inserito nella componente in gomma.

006

Nella foto è ben visibile sia lungo il lato esterno sia lungo il lato interno dei longheroni, lo strato di materiale termoplastico disposto ad onda tra la componente in gomma elastomerica. Lo spessore differenziato dei materiali e la diversa e combinata risposta elastica degli stessi si armonizzano con tutto il disegno ingegneristico, denominato Wave rip, della pinna Phazer, per restituire, sotto la sollecitazione dell'azione del nuoto, una risposta propulsiva molto efficace e progressiva con un vero e proprio effetto molla.

Con l'azione del nuoto, all'effetto dei longheroni si aggiunge il coinvolgimento della parte centrale della pala, che è costituita in parte dal prolungamento interno dei fianchi dei longheroni stessi in materiale termoplastico, che a loro volta trattengono nella zona più centrale un inserto in gomma elastomerica con ricavato al centro dello stampo un canale che guida l'uscita dell'acqua. In tutte e due le fasi di nuoto alternato, l'elasticità di questa parte centrale crea un effetto di flessione del canale, che aumenta e potenzia la risposta dei longheroni. Si attiva in pratica un'azione combinata e ottimizzata dei tre materiali e dei loro spessori differenziati.

007
008

il disegno della parte centrale della pala, sia nella parte superiore che inferiore della pinna, come è ben visibile nelle foto, favorisce un'accentuata canalizzazione dell'acqua nelle due fasi alternate del nuoto, notevolmente amplificata dall'elasticità della gomma. Si noti anche l'ampia apertura passante tra la fine della scarpetta e l'inizio della pala, che ha la funzione di scaricare la resistenza dell'acqua in un punto dove non restituisce energia propulsiva.

Prova pratica della pinna Phazer


A provare la pinna Phazer in un fine settimana invernale con condizioni atmosferiche medie, sono stati alternativamente due istruttori uomini non più giovanissimi, tra cui lo scrivente, con muta semistagna pesante, e due divemaster donne trentenni con mute stagne in neoprene, tutti in configurazione ricreativa e con monobombola da 15 litri, quindi un'ottima e variegata rappresentanza di subacquei di livello medio e medio alto, non tecnici, a cui prevalentemente è indirizzato questo modello. L'aspetto interessante è che nonostante le differenze d'età, di struttura fisica e di allenamento, le impressioni ricavate sono state tutte assolutamente concordanti.

Come prima osservazione la pinna è risultata facilissima da indossare con il bangee strap afferrato agevolmente con i guanti e portato sul tallone con un'azione rapida e senza particolare sforzo; così è stato anche per toglierla. Il piede è rimasto poi ben fermo nella scarpetta e pure tutta la pinna è sempre rimasta ben aderente al piano di calpestio bagnato della barca diving. Una volta in acqua, per via di una leggera e fastidiosa onda, e di un po di corrente di superficie che hanno sempre caratterizzato le due giornate, i sub sono stati subito costretti a lavorare di gambe per restare vicini alla barca e portarsi poi dal punto d'entrata situato a poppa fino alla cima dell'ancora a prua. E qui già la prima impressione è stata concordemente molto positiva. Tutti e quattro infatti hanno avvertito subito sia l'immediata trasmissione dello sforzo muscolare alla pinna, quasi una continuazione solidale delle proprie gambe, sia il “morso” dell'acqua sulla pala con una forte sensazione di spinta. Poi una volta scesi in profondità sono stati provati vari tipi di pinneggiata. In particolare nella sforbiciata tradizionale, la più usata nell'immersione ricreativa, queste pinne hanno messo subito in evidenza la loro principale caratteristica, ossia la restituzione elastica e progressiva dell'energia accumulata con l'azione del nuoto dalla struttura ad onda dei longheroni. Infatti alla fine di ogni fase alternata, proprio nel momento in cui si allenta la pressione muscolare, per invertire la direzione di spinta della gamba, si avverte il deciso ritorno della flessione dei longheroni con un effetto simile a quello di una molla. La sensazione piacevole che si prova è che con uno sforzo moderato si ottiene una più che apprezzabile propulzione, adattissima ad una normale esplorazione subacquea.

I quattro sub hanno poi voluto testare la Phazer in condizioni più impegnative, forzando la sollecitazione muscolare, e la risposta è stata decisamente performante, confermando pienamente i vantaggi della tecnologia a onda Weve Rip. Insomma, al momento del bisogno, ossia di spingere in velocità o di resistere a una corrente contraria o a un moto ondoso di superficie, questa pinna offre una notevole riserva di energia da poter produrre con un rapporto davvero ottimale tra sforzo e risposta propulsiva, che la rende adatta anche ad un subacqueo non particolarmente allenato. Questo modello è stato anche provato con nuoto a rana, nuoto a rana all'indietro e nuoto a rana a rotazione, per valutarlo per l'immersione tecnica. Il comportamento è stato più che accettabile, anche se certamente non paragonabile a quello di pinne tecniche tradizionali, più corte e molto più pesanti, sicuramente più adatte a muoversi, ad esempio, all'interno di relitti. Inoltre dopo una lunga immersione e diversi momenti di forte sollecitazione per provare la risposta della pinna, tutti e quattro i subacquei hanno confermato che la calzata si è mantenuta morbida e confortevole fino al rientro in barca, senza generare stanchezza o scomodi e dolorosi punti di pressione sul piede.

In conclusione è stata opinione comune che la Phazer mantiene quello che promette, ossia restituisce un'ottima propulsione con una pinneggiata mediamente morbida, che non affatica muscoli e piedi, ma anche che al momento del bisogno sa dare una forte risposta di potenza se adeguatamente sollecitata. Quindi una pinna tuttofare, ma sicuramente di alto livello, adatta sia al principiante sia al subacqueo avanzato, e che grazie al suo peso, che i progettisti si sono sforzati di mantenere contenuto a un solo Kg l'una, potrebbe essere utilizzata anche per gli spostamenti aerei, quando un subacqueo non vuole assolutamente rinunciare a una buona performance nel nuoto anche in un viaggio nei mari tropicali.

Condividi: