Da questo numero pubblicheremo una serie di reportage che ci raccontano le esperienze e le immersioni ad alto contenuto tecnico in ambienti cosiddetti ostruiti, vissute dai soci fondatori della UDE. Gli articoli saranno preparati direttamente e congiuntamente da tutto il gruppo degli appassionati esploratori, sotto la nostra coordinazione redazionale. Parleremo di tecniche subacquee di penetrazione in ambienti sicuramente impegnativi, che richiedono grande rigore nelle procedure e una grande coordinazione di squadra, per assicurare i necessari standard di sicurezza, ma ci lasceremo affascinare anche dalle descrizioni delle bellezze naturali dei siti, o dalla loro storia, come nel caso delle miniere abbandonate e allagate, o di antiche cavità e ambienti costruiti dall'uomo.
La UDE Underground Diving Explorations nasce a fine 2023 come ASD associazione sportiva dilettantistica, su iniziativa di cinque amici, che già condividevano con grande competenza, e da diverso da tempo, una comune passione per l'esplorazione di cavità sommerse. Il fine associativo che si sono preposti è quello di scoprire, indagare e studiare ogni tipo di cavità sotterranee, soprattutto non conosciute o poco esplorate, realizzando anche la necessaria documentazione fotografica e video, per diffonderne poi la conoscenza attraverso attività di divulgazione, raccontando le avventure e le esperienze vissute, ma anche le emozioni provate durante le proprie spedizioni.
Come primi argomenti ci propongono in questo numero una panoramica sugli gli aspetti più essenziali e interessanti di questa affascinante attività, e a seguire, ci illustrano le caratteristiche dell'attrezzatura di base utilizzata in questo tipo di immersioni. Poi, nelle prossime uscite de La Marea Magazine, ci parleranno volta per volta di uno specifico sito che hanno esplorato. Auspichiamo quindi il gradimento di voi lettori.
Il direttore Umberto Natoli
Siamo cinque amici che condividono la passione, il fuoco sacro dell'esplorazione subacquea di antichi ambienti costruiti dall'uomo ed ora allagati. Lo facciamo già da tempo con grande entusiasmo e con grande sintonia di gruppo, e recentemente abbiamo anche deciso di strutturare maggiormente il nostro appassionato impegno creando l'associazione UDE Underground Diving Explorations. Ed è per noi un grande piacere iniziare a parlare attraverso questo magazine delle nostre attività e delle nostre esperienze, ma soprattutto cercheremo di trasmettervi le nostre emozioni. Non abbiamo la pretesa di paragonarci a chi già svolge egregiamente da molti anni una vera e propria attività speleologica subacquea diversificata e di elevato livello scientifico e tecnico, anche con impiego di attrezzature molto sofisticate, ma quello che cercheremo di raccontarvi nasce comunque dal nostro vissuto sul campo, costruito giorno dopo giorno, esplorazione dopo esplorazione, dove abbiamo profuso tutta la nostra esperienza di subacquei tecnici, ma anche e soprattutto dove abbiamo messo sempre avanti a tutto il concetto di prudenza e di rispetto della sicurezza della vita umana.
Immergersi in un antico ambiente costruito dall'uomo, ed ora sommerso, ed ancor più in una miniera allagata, dove centinaia di persone hanno lavorato, è un tuffo nel passato di molti decenni. Che siano ad interessarci gli aspetti geologici, o la storia relativamente moderna di un luogo prima esterno, poi abbandonato e divenuto subacqueo, poco importa; il fascino di ripercorrere con lo sguardo lo scorrere del tempo, che sembra essersi fermato nella solennità di questi luoghi magici, riconoscendo i segni della natura o della mano dell'uomo, genera intense emozioni. Immergersi in spazi confinati ha anche la peculiarità di costringere i subacquei a cercare un equilibrio psichico da mantenere durante tutta la durata dell'immersione, esercizio questo che accresce il proprio autocontrollo ed autostima.
Il pericolo, ovvero la caratteristica intrinseca di un’attività o di un oggetto (per esempio il coltello è in sé per sé un oggetto pericoloso) è un fattore non negoziabile sia della subacquea in acque libere che ancor di più nell'attività subacquea in spazi confinati.
Il rischio, ovvero la probabilità che un pericolo possa generare un danno, un incidente, deve essere valutato attentamente tramite la cosiddetta matrice di probabilità comunemente usata nel mondo del lavoro (EN ISO 12100).
I pericoli (intrappolamento, perdita dell'orientamento, perdita della maschera, perdita della linea guida, perdita di torce, perdita della scorta di gas, allagamento del CCR, esplosione di fruste, ecc.) vanno messi in relazione con le conseguenze che tali evenienze possano generare (stress, iperventilazione, aumento del Co2 nel sangue, iperossia, ingestione acqua, ecc.), valutandone le probabilità e generando contromisure che riducano il rischio a livelli accettabili (corsi specifici, mettere a frutto l'esperienza, ottimizzare la gestione delle emergenze, allenare la memoria muscolare, curare le ridondanze generali, imparare a gestire lo stress, ecc.).
Con rare eccezioni in siti termali, la temperatura dell'acqua all'interno di grotte, antichi ambienti e miniere allagate, varia da un massimo di 12 gradi C ad un minimo di 5 C. Diviene imperativo quindi l'utilizzo di una muta stagna e di un sottomuta che garantiscano una coibentazione adeguata. Per quanto riguarda il materiale della muta raccomandiamo il neoprene HD rivestito in Kevlar, molto resistente alle frequenti abrasioni durante gli spostamenti fuori e sott'acqua. Un'alternativa può essere un trilaminato di elevata grammatura, quindi ad alta resistenza, e con rinforzi nei punti critici.
Che ci si immerga in OC (circuito aperto) o meglio ancora in CCR (circuito chiuso), per non smuovere sedimenti sulle volte delle gallerie sommerse, tutta l'attrezzatura deve essere di altissima qualità, sempre manutenzionata ed in perfetto stato.
La chiave per immersioni sicure in spazi confinati, oltre ad un adeguato addestramento e ad una necessaria propensione mentale, è il rispetto del concetto di ridondanza e l'impostazione di una configurazione pulita e compatta.
Altra regola imprescindibile è quella di poter disporre sempre di minimo 2 torce di backup oltre alla primaria, di minimo 2 fonti di gas alternative (Bail Out), di 2 spool, oltre a uno o più reel, e di una maschera di scorta.
Aspetto da non sottovalutare per non incorrere in pesanti sanzioni, o addirittura in guai giudiziari, se non viene rispettata la proprietà privata, o eventuali limiti o divieti, se il sito è di proprietà pubblica, o comunque se è sottoposto a specifiche normative. Tali aspetti possono riguardare anche permessi concessi, ove non venga rispettata la richiesta imprescindibile, da parte del concedente, della presenza di un'organizzazione di soccorso nei pressi del sito, durante le esplorazioni. A parte rare eccezioni, sia le grotte sommerse sia la quasi totalità degli ambienti antichi sommersi e delle miniere, necessitano di autorizzazioni preventive.
La grotta, se non gestita e regolamentata commercialmente come ad esempio Grotta Giusti - Monsummano Terme PT, può richiedere una preventiva segnalazione alla Prefettura, come la Grotta dell'Elefante Bianco – Ponte Subiolo, Valstagna VC, oppure è necessaria una specifica richiesta al proprietario del terreno o all'ente territoriale SSI dove si trova il sito.
Le miniere Italiane, tranne quella di Olgiate Molgora LC, regolamentata e gestita commercialmente, sono pressoché tutte precluse dall'art. 46 DPR 128/1959 e l'unico modo per potervi accedere è tramite la SSI Società Speleologica Italiana, o tramite una delle sue sotto federazioni regionali.
Il Team UDE si attiene alle linee guida della SSI, e per le attività in Toscana alla Federazione Speleologica Toscana. L’associazione è anche affiliata all'Union Belge de Spéléologie ed i membri sono autorizzati ad immergersi nelle miniere Belghe.
Noi in UDE ci immergiamo in ogni luogo sommerso: mare, laghi, fiumi, relitti, grotte e miniere allagate, e crediamo fortemente che ognuno di questi, a suo modo, riesce sempre a sorprenderci e a emozionarci per l’unicità del suo fascino, e per la sua particolare bellezza.
Le miniere in particolare sono la nostra passione, perché racchiudono tutta una serie di caratteristiche, come pochi altri luoghi, e ci regalano sensazioni emotive davvero uniche, come nuotare in ambienti dove un tempo i minatori lavoravano, sudavano e troppo spesso perdevano la vita. Le miniere sommerse sono come una capsula del tempo dove tutto è rimasto assolutamente fermo come al momento dell’abbandono.
Trovare dopo tanti decenni nell’oblio di questi immensi spazi sommersi, bui e silenziosi, ancora tracce di uomini, di impronte di minatori così delicate, ma ancora perfettamente visibili sul limo del fondo di una galleria, da stentare a credere che siano state preservate per così lungo tempo, e ripercorrere la giornata lavorativa di quegli operai, comprendendone il ciclo produttivo tramite l'osservazione degli argani, delle pulegge, delle rotaie e dei carrelli ancora preservati nell'acqua gelida e cristallina, costituiscono il sale, il fascino irresistibile del Mine Diving. Una commistione di amore per le immersioni, per la storia e per le esplorazioni che noi di UDE amiamo definire "accrescimento emotivo" e appagamento degli occhi.