L’attrezzatura di base per le immersioni in ambienti ostruiti

L’attrezzatura di base per le immersioni in ambienti ostruiti

di Vincenzo Catalano, Giacomo Guerrieri, Marco Savarelli, Niccolò Righini, Gianni Cecchi

L’attrezzatura subacquea necessaria per svolgere in piena sicurezza le immersioni in grotta o in miniera, o comunque in ambienti sommersi e ostruiti, come antiche cisterne, pozzi, gallerie, deve seguire regole molto precise, ed essere di ottima qualità. Condizione imprescindibile è che venga scrupolosamente sottoposta alla necessaria manutenzione periodica, e inoltre che venga ispezionata con attenzione prima di ogni singolo utilizzo.

Bisogna sempre ricordare la regola di base che ispira quest’attività, ossia la RIDONDANZA, per poter disporre sostanzialmente di almeno una duplice dotazione di ogni componente, e per alcune anche di più, per poter far fronte con immediatezza ad un possibile problema tecnico o a uno smarrimento.

Bombole

Che ci si immerga in circuito chiuso o aperto le bombole di bailout non possono mai essere meno di due. Ovviamente le regole per la gestione del gas (regola dei terzi, quarti, quinti e pianificazione) e dell’apparato respiratorio primario (OC o CC) devono essere acquisite attraverso specifici corsi e messe in atto a seguito di una precisa pianificazione.

Erogatori

Gli erogatori devono essere di ottima qualità, senza compromessi, manutenzionati regolarmente, e provati prima di ogni utilizzo. Possono includere specifiche fruste di emergenza da utilizzare con connettori rapidi sia per il jacket sia per la muta stagna, e flow-stop (valvola che interrompe il flusso al secondo stadio).

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Manometri

Devono essere solidi e affidabili, quindi interamente in metallo e dotati di vetro temperato. Vanno sistemati in modo facilmente leggibile, ma sempre ben protetti dagli urti.

Fruste

Le fruste devono essere prevalentemente in miflex o del tipo rinforzato, perché sono facilmente soggette ad abrasione e a schiacciamenti, e comunque a sollecitazioni di ogni tipo, sia negli spostamenti fuori che sott’acqua, rendendole un potenziale punto di rottura critico. Vanno ispezionate ad ogni singolo utilizzo per verificare la presenza di eventuali tagli, crepe o perdite.

Jacket

Ormai è affermato l’utilizzo del cosiddetto Donut, un sacco ovale all’interno del quale il gas può circolare a 360 gradi senza trovare ostruzioni o sacche di ristagno, e deve necessariamente essere rivestito in materiale robusto quale cordura di alta grammatura o kevlar.

Computer e Profondimetri

Che si segua l’algoritmo proposto dal computer o si preferisca decomprimersi con il sistema mnemonico o altro, è fondamentale disporre di uno strumento di misurazione di comprovata affidabilità, al quale aggiungeremo sempre un unità di back up, che indichi la profondità attuale, la profondità massima raggiunta, la profondità media e il Run Time.

Bussola

E’ necessaria per eseguire rilievi topografici della grotta o della miniera, o comunque dell’ambiente che si sta esplorando, e può essere analogica o elettronica (integrata nel computer); va posizionata preferibilmente al braccio sinistro, fermandola con elastici, e va sempre protetta da urti.

Attrezzi da taglio

Il rischio di rimanere impigliati nella sagola guida o altro in condizioni di visibilità zero è concreta e le procedure di emergenza per risolvere tale emergenza, imparate durante specifici corsi, devono essere coadiuvate da un attrezzo efficiente posizionato di solito sul braccio destro, facilmente accessibile e fissato tramite cordino o elastico per impedirne la perdita. Normalmente si prediligono tronchesine con lama battente, controllando sempre, prima dell’immersione, che sia in perfetto stato. Si sconsigliano coltelli o lame libere che potrebbero causare tagli ai guanti o alla muta.

Il casco

E’ una protezione fondamentale sia durante gli avvicinamenti esterni alla zona operativa sia in acqua, ed ha una duplice funzione, oltre ovviamente quella di proteggere la testa, anche quella di supporto per una o due torce di backup, in genere di potenza da 1000 lm in su, da posizionare lateralmente, a cui si può aggiungerne una frontale, utile per poter illuminare le mani occupate a svolgere eventuali attività nell’oscurità. Il casco deve essere leggero, non deve avere al suo interno materiale galleggiante e deve necessariamente essere dotato di un lacciolo sottomento con il quale assicurarlo saldamente alla testa. Si possono tranquillamente utilizzare modelli economici, normalmente destinati all’industria, opportunamente adattati all’uso subacqueo con semplici interventi di modifica.

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Illuminazione

La regola di base anche in questo caso è la ridondanza. La torcia primaria, quindi di riferimento, non deve essere di potenza inferiore a 3000 ln, e va utilizzata per illuminazione concentrata a lunga distanza e per segnalazioni; può essere affiancata a fari foto/video che eventualmente utilizzeremo in base alle attività di documentazione che vorremo svolgere. Oltre a questa è fondamentale avere sempre altre due fonti luminose, quindi tre in tutto. Queste luci di backup possono essere posizionate, come abbiamo detto, sul casco, una per lato, o nella tasca della muta. Per tutte le fonti luminose, prima dell’utilizzo, va controllato scrupolosamente il livello di carica e il perfetto funzionamento. Ogni lampada va assicurata con moschettoni molto affidabili, del tipo snap bolt, ai vari punti d’aggancio dell’attrezzatura, ove necessario, e dove siano anche facilmente raggiungibili.

La muta

In ambienti ipogei ed ancor di più in miniere allagate, il rischio che la muta si laceri è molto alto, e tale evenienza deve essere prevenuta selezionando modelli di comprovata qualità, costruiti con materiali resistenti. Tranne che per grotte con acqua termale dove si potrà utilizzare una muta umida, la preferenza cade sulle mute stagne in neoprene. Alcuni di noi, in UDE, utilizzano con successo mute stagne in neoprene del tipo HD (alta densità) interamente rivestite in Kevlar.

Calzari

È spesso necessario percorrere diverse centinaia di metri con la muta indossata su superfici rocciose o metalliche, che possono essere taglienti e sdrucciolevoli. E’ necessario quindi utilizzare scarpette dotate di suola carroarmato.

Guanti

Di solito nelle miniere allagate la temperatura dell’acqua raramente super i 10° C e spesso si attesta sui 5° C. Per queste ragioni si prediligono guanti stagni collegati alla muta stagna tramite anelli o altri sistemi sotto i quali si indossano comodi e caldi guanti in microfibra, in lana o in altri materiali tecnici. Tuttavia in caso di lacerazione del guanto, evento comunque possibile, l’allagamento si estende anche alla muta. Un’alternativa infatti è l’utilizzo di caldi guanti umidi, che grazie agli elevati standard tecnici oggi raggiunti nei materiali, assicurano la necessaria protezione dal freddo.

Maschera

E’ sempre obbligatorio averne una di scorta, da riporre nella tasca della stagna o nella sacca clippata sul D-Ring posteriore. Deve essere di ridotto volume interno per contenere al massimo la dispersione di gas in caso di svuotamento (specialmente in CC) e preferibilmente del tipo monovetro per ampliare il campo visivo e ridurre eventuali vie d’acqua.

Le pinne

Come per le immersioni tecniche, devono rispondere ad esigenze di utilizzo in spazi confinati e spesso ristretti, come possono essere appunto gli ambienti delle grotte e delle miniere. E’ necessario quindi che siano corte, efficaci e resistenti, e con una risposta molto precisa in particolare nelle diverse tecniche di nuoto a rana. La scarpetta deve essere del tipo aperto, con molla di ritenzione in acciaio, e possibilmente devono essere assicurate alla caviglia con un elastico in modo da scongiurarne la perdita.

Spool

Occorre portarne dietro almeno due, con moschettoni doppia luce; vanno tenuti all’interno di una tasca della muta o nella sacca posteriore. Servono per congiungere due sagole (jump), per delineare un tracciato di ricerca, e per far fronte ad emergenze.

Reel

Il reel, attrezzo primario di sicurezza per gli speleologi subacquei, è l’assicurazione sulla vita, il filo d’Arianna che ci riporta al punto di partenza. Deve essere di ottima qualità e della metratura adeguata al tipo di esplorazione che si vuole eseguire. È buona norma inserire preventivamente lungo la cima dei marcatori, che ci indicano progressivamente la metratura svolta, in modo da tenere sotto controllo la propria posizione rispetto all’ambiente che si sta esplorando.

Cookie

I cookie, I biscottini, personali e spesso personalizzati in modo da identificarli anche in visibilità zero tramite il tatto, servono per segnalare la presenza del subacqueo su uno specifico percorso tracciato dalla linea guida sulla quale vanno posizionati  durante la progressione e rimossi all’uscita.

Arrows

Gli arrows, letteralmente frecce, servono a segnalare il punto dal quale siamo antrati in acqua e dal quale usciremo. Vanno posizionati in numero variabile, in base all’estensione del sito sommerso, lungo la sagola madre con l’apice che punta l’uscita.

DPV (Diver Propulsion Vehicle) Scooter

Come ultimo elemento di un’attrezzatura dedicata alle esplorazioni, possiamo citare gli scooter, da considerare tra le dotazioni fondamentali e imprescindibili per lunghe esplorazioni, dove le condizioni ambientali lo consentono. Vengono prevalentemente utilizzati dal team UDE in acque libere, in quanto in miniera, tranne in quelle molto ampie, l’uso che ne facciamo è molto limitato per via della grande quantità di deposito che in genere si trova sulle pareti delle gallerie, che inevitabilmente verrebbe rimosso e portato in sospensione dal movimento delle eliche, rendendo quasi certamente nulla la visibilità. Da tener presente che in questi ambienti c’è una totale mancanza di flusso d’acqua che non aiuta a portare via rapidamente i sedimenti. Lo scooter è invece molto utile nelle esplorazioni di grandi relitti e di grotte molto ampie caratterizzate da lunga percorrenza, infatti in questi casi sono addirittura due gli scooter necessari per una maggiore ridondanza e autonomia.

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