In questa sezione trovate le indicazioni per la cura delle ulcere post-attiniche con l’impiego dell’ossigenoterapia iperbarica
Il danno mediato dalla radioterapia sui tessuti sani consiste in una morte cellulare diretta che produce necrosi tissutale o in un danno subletale dei tessuti prodotto a seguito di una endoarterite obliterante progressiva che produce ischemia, fibrosi e successiva ulcerazione tissutale. Su un tessuto necrotico o seriamente danneggiato ogni tentativo ricostruttivo, richiedendo un letto ben vascolarizzato, è spesso destinato alla complicanza o al fallimento.
L’European Committee for Hyperbaric Medicine (ECHM) ha stabilito con la 1° Conferenza di Consenso Europea sulla Medicina Iperbarica (Lille, Francia, 1994) l’OTI è fortemente raccomandata (raccomandazione di tipo 1) nelle radionecrosi dei tessuti molli fatta eccezione per le enteriti da raggi dove l’uso della OTI è opzionale (raccomandazione di tipo 3).
L’European Committee for Hyperbaric Medicine (ECHM) si è nuovamente riunita a Lisbona nel 2001 (Conferenza di Consenso dull’Ossigenoterapia Iperbarica nelle lesioni tissutali radioindotte) raccogliendo contributi clinici e della letteratura.
Lavori controllati randomizzati sono presenti in letteratura sull’uso dell’OTI nel trattamento e/o prevenzione dell’osteoradionecrosi (37-38) e nella chirurgia ricostruttiva di aree cutanee irradiate ricostruite con lembi di vicinanza, mentre evidenze cliniche sull’uso dell’ossigeno iperbarico nelle radionecrosi tissutali sono riportate da 5 lavori retrospettivi (39-42) . Nella review di Feldmeier JJ e coll. del 2002 (42) sono considerati 74 lavori; di questi, 67 riportano risultati positivi dell’OTI nel trattamento o prevenzione delle radiolesioni. L’OTI sembra alternativa solo alla chirurgia, poiché le altre terapie mediche sono raramente applicate e non esistono lavori controllati randomizzati; tuttavia la chirurgia produce frequenti complicanze.
Raccomandazioni SIMSI e pratica clinica
L’OTI è utile nelle fasi iniziali (ulcere su esiti di danno acuto, dove è evidente fibrosi e cicatrizzazione atipica, cosiddette ulcere in fase 2) e deve far parte di un piano terapeutico che preveda ABT mirata e debridement al fine di una possibile chiusura per seconda intenzione.
Ulcere post-attiniche in Fase 2: Ulcere su esiti di danno acuto, dove è evidente fibrosi e cicatrizzazione atipica
L’OTI è utile in fase pre- e post-operatoria su radiolesioni inveterate (ulcere su esiti di danno acuto, dove vi è progressione della fibrosi, senza alterazioni degenerative cutanee, cosiddette ulcere in fase 3) nel prevenire o ridurre l’estensione della necrosi dei lembi scolpiti a scopo ricostruttivo.
Ulcere post-attiniche in Fase 3: Ulcere su esiti di danno acuto, dove vi è progressione della fibrosi, senza alterazioni degenerative cutanee