Documento di posizionamento EUBS & ECHM sull’uso della Ossigeno Terapia Iperbarica per il trattamento di pazienti COVID-19

Questa dichiarazione integra la precedente dichiarazione dell’European Underwater and Baromedical Society (EUBS) e della European Committee for Hyperbaric Medicine (ECHM) del 16 marzo 2020 che rimane valida.

E’ auspicata la ricerca sulla efficacia della OTI nel trattare la malattia COVID-19, basata sul miglioramento della ossigenazione e la riduzione della infiammazione. I primi risultati presentati in US sembrano promettenti. Ciò premesso, siccome le segnalazioni sono riportate direttamente dai professionisti ma non pubblicate su riviste scientifiche indicizzate, EUBS e ECHM raccomandano estrema prudenza nella ricerca.

Gli studi clinici devono essere approvati da un Comitato Etico; prevedere un disegno di studio randomizzato e l’arruolamento dei pazienti (numero di persone da trattare) si deve basare sul calcolo della potenza statistica; deve essere indicato il protocollo terapeutico; vanno monitorati i parametri clinici e di laboratorio per valutare la progressione del danno; deve essere registrato ogni evento avverso.

In nessun modo l’OTI sostituisce la corretta ventilazione del paziente (ossigenazione normobarica e ventilazione meccanica) raccomandata dalle Società di Anestesia e Terapia Intensiva (SIAARTI per l’Italia).

Al di fuori di un protocollo di ricerca, nella attività di routine un paziente COVID-19 può essere trattato con OTI solo dopo attenta valutazione caso per caso del rapporto rischio/beneficio che escluda possibili trattamenti alternativi, consapevoli che l’OTI può essere dannosa sia per la eventuale sospensione di altri trattamenti di supporto che per la esposizione del personale sanitario e degli altri pazienti al rischio di infezione SARS-CoV2. La decisione di trattare tali pazienti è responsabilità del singolo centro iperbarico, non supportata da EUBS ed ECHM in alcun modo.


 

 

 

 

 

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Questa dichiarazione integra la precedente dichiarazione dell’European Underwater and Baromedical Society (EUBS) e della European Committee for Hyperbaric Medicine (ECHM) del 16 marzo 2020 che rimane valida.

E’ auspicata la ricerca sulla efficacia della OTI nel trattare la malattia COVID-19, basata sul miglioramento della ossigenazione e la riduzione della infiammazione. I primi risultati presentati in US sembrano promettenti. Ciò premesso, siccome le segnalazioni sono riportate direttamente dai professionisti ma non pubblicate su riviste scientifiche indicizzate, EUBS e ECHM raccomandano estrema prudenza nella ricerca.

Gli studi clinici devono essere approvati da un Comitato Etico; prevedere un disegno di studio randomizzato e l’arruolamento dei pazienti (numero di persone da trattare) si deve basare sul calcolo della potenza statistica; deve essere indicato il protocollo terapeutico; vanno monitorati i parametri clinici e di laboratorio per valutare la progressione del danno; deve essere registrato ogni evento avverso.

In nessun modo l’OTI sostituisce la corretta ventilazione del paziente (ossigenazione normobarica e ventilazione meccanica) raccomandata dalle Società di Anestesia e Terapia Intensiva (SIAARTI per l’Italia).

Al di fuori di un protocollo di ricerca, nella attività di routine un paziente COVID-19 può essere trattato con OTI solo dopo attenta valutazione caso per caso del rapporto rischio/beneficio che escluda possibili trattamenti alternativi, consapevoli che l’OTI può essere dannosa sia per la eventuale sospensione di altri trattamenti di supporto che per la esposizione del personale sanitario e degli altri pazienti al rischio di infezione SARS-CoV2. La decisione di trattare tali pazienti è responsabilità del singolo centro iperbarico, non supportata da EUBS ed ECHM in alcun modo.


 

 

 

 

 

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