Archeologia – Le navi di Nemi (terza parte)

Archeologia subaquea

Il lago di Nemi e … la terza nave

di Mario Mazzoli
(terza parte)


La storia remota delle famose navi di Nemi l’avete già letta nel pezzo di Umberto Natoli mentre qui di seguito vi accenniamo a quella recente.


Diverse voci corrono sulla presenza nel lago di una fantomatica, e ben più grande di quelle recuperate, terza nave. A queste ipotesi, da taluni interpretate come certezze, veniva sempre risposto che il considerevole abbassamento delle acque del lago, effettuato nel corso del recupero dei due relitti, non aveva evidenziato la presenza di altre navi e che, vista la profondità residua, tale ipotesi era priva di fondamento.

Tra i sostenitori di questa tesi c’era anche l’Arch. Giuliano Di Benedetti, che ci ha lasciati l’agosto scorso, che ebbe l’opportunità di confrontarsi con la Soprintendenza e con noi di A.S.S.O. in merito a tale possibilità e alla eventuale ubicazione di detta imbarcazione. Di Benedetti si rifaceva ad alcune fonti tra le quali un libro del 1599, ripubblicato nel 1810, dell'ingegnere militare bolognese Francesco De Marchi nel quale dichiarava di aver toccato con mano il legno dell'imbarcazione “inclinata” contrariamente ai due scafi recuperati, andati poi distrutti nella tarda primavera del 1944, che non erano inclinati rispetto al fondale. La convinzione di Di Benedetti era che il De Marchi avesse toccato e misurato un’altra nave, forse la stessa che Leon Battista Alberti aveva già fatto esplorare da subacquei genovesi intorno alla metà del 1400. Sembra poi che nel 1895 l'antiquario romano Eliseo Borghi avesse sentito parlare da gente del posto di navi sotto il paese di Genzano e poco distanti dalla sponda del lago. I suoi palombari trovarono degli scafi, ma di quali scafi si trattava? E’ possibile che una "terza nave" fosse più vicina, o ormeggiata, alla sponda del lago sotto Genzano e che, affondata di fianco, non sia apparsa quando il lago venne svuotato perché sepolta dalla numerose frane dei costoni sovrastanti documentate nel tempo?

Dopo una serie di immersioni condotte da diverse organizzazioni pubbliche private, su nostro suggerimento, l’Amministrazione comunale di Nemi si attivò ottenendo supporto professionale tecnologico dall’ARPA Calabria per l’effettuazione di prospezioni strumentali acustiche. Queste vennero effettuate nel 2017 in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Subacquei di Roma, con la Capitaneria di Porto di Roma e con noi di A.S.S.O. - Archeologia, Subacquea, Speleologia e Organizzazione - sotto la direzione scientifica e il coordinamento della dott.ssa Nuccia Ghini della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.

Le attività di prospezione acustica furono finalizzate ad un aggiornamento dei dati sul fondale del lago, che era già stato indagato dalla Soprintendenza e dalla A.S.S.O. nel 1989 quando fu possibile verificare la presenza dei resti del cantiere impiantato sulle rive del lago quando questo venne abbassato di circa 23 metri per recuperare le due gigantesche navi dell’imperatore Caligola. Legni e impalcature, dopo il recupero degli scafi e il ripristino del livello originario del lago (1929-31), erano stati lasciati sul posto probabilmente insieme a qualche piccola imbarcazione utilizzata per le operazioni di recupero. Ed è forse una di queste che è stata rinvenuta a 15 metri di profondità.

Le operazioni tecniche furono condotte con i Side Scan Sonar e Sub Bottom Profiler dell’Arpa Calabria ed è grazie a queste, e alle indispensabili competenze professionali dell’Arpa stessa, che fu possibile mappare il profilo dei fondali e rilevare la presenza di oggetti. Solo dopo aver condotto le strisciate, tramite le apparecchiature posizionate su un mezzo nautico della Guardia Costiera, fu opportuno effettuare immersioni da parte dei Carabinieri e dei tecnici ASSO. In una di queste sono state realizzate delle riprese che, nonostante la scarsissima visibilità, hanno permesso di visualizzare i dettagli costruttivi dell’imbarcazione, lunga 8 metri e con una larghezza massima di 2,5. Una prima verifica del Laboratorio di Archeologia Navale Sperimentale del Centro Archeologico Studi Navali di Civitavecchia, partner di A.S.S.O., consentì di rilevare: una tecnica costruttiva a paro, lo specchio di poppa a cuore con fazzoletti di rinforzo a L forati per l'inserimento di cime per lo strallame di un albero, i golfari vicino alla scalmiera ed altri dettagli che fanno ipotizzare un'imbarcazione a vela aurica con fiocco dotata di un timone centrale e con tre file di rematori. Mario Palmieri, direttore del Laboratorio, ne restaurò una simile per la Guardia Costiera che datava 1920.

Tuttavia, l’aspetto più importante e lo scopo principale dell’intera operazione sono stati quelli di ottenere dati tecnici e ambientali, oltre a “testare” le performance delle metodologie di rilevamento acustico su un fondale lacustre come quello di Nemi, dalla forma piatta e scarsamente profondo con i suoi circa 32 metri. Purtroppo. nessuna terza nave.

Nel 2019 poi - su specifica autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale - avrebbero preso avvio altre ricerche strumentali e subacquee da parte di un team internazionale composto da: A.S.S.O., Università di Haifa, Università di Vienna e Istituto Ludwig Maximilians dell’Università di Monaco. La finalità principale era quella di ricercare, e documentare con tecniche moderne, le antiche strutture portuali sulla costa del lago anche a fini di comparazione con quelle presenti nel mare di Galilea in Israele. In tal modo si sarebbero anche ottenuti ulteriori dati, dendrocronologici e archeometrici, utili ad ottenere più accurate datazioni delle strutture e maggiori elementi di valutazione sulla loro connessione con le navi e con il Santuario di Diana. Le note vicende sanitarie non hanno consentito l’avvio della ricerca che è stata slittata al 2021 e che, perché no, speriamo possa aggiungere anche un ulteriore tassello al … “mistero della terza nave”.

Dott. Mario Mazzoli
Direttore Generale A.S.S.O.


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