Ossigeno Terapia Iperbarica nel trattamento o prevenzione dell’osteoradionecrosi mandibilare

In questo breve report tratteremo un capitolo in evoluzione delle indicazioni all’Ossigeno Terapia Iperbarica (OTI) nell’ambito delle osteoradionecrosi, delle osteonecrosi della mandibola indotte da farmaco e delle parodontiti.

Nella pratica clinica l’OTI viene regolarmente utilizzata nelle osteoradionecrosi, nelle osteomieliti e nelle ostreonacrosi da bifosfonati della mandibola embricate alle terapie chirurgiche. Particolare indicazione è anche l’uso di OTI nella  prevenzione dell’osteoradionecrosi mandibolare nell’estrazione dentaria nel paziente che subito radiotarapia per neoplasia del distretto testa-collo. Solo saltuariamente si è un suo utilizzo nelle  paradontiti.

Ma andiamo a vedere cosa dice la letteratura:

Una recente revisione sistematica https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38182685/ ha provato a mettere in chiaro le evidenze di buona qualità disponibili in letteratura. La qualità di questo lavoro appare chiaramente dalle metodologie di analisi degli studi valutati.

Da questa pubblicazione vengono evidenziati come OTI sia un intervento efficace a profilassi dell’osteroradionecrosi mandibolare nell’estrazione dentale nei pazienti che sono andati incontro ad alte dosi di radioterapia e come i suoi effetti migliorino la qualità di vita e la funzionalità dell’apparato buccale.

Per quanto riguarda invece il trattamento dell’osteoradionecrosi dell’osteomielite o dell’osteonecrosi da bifosfonati, ancora non ci sono evidenze inequivocabili di benefici se OTI venga associata alla terapia chirurgica. A questo però fa riscontro un uso nella pratica clinica abbastanza routinario soprattutto di fronte a casi complicati o dove l’atteggiamento degli specialisti sia conservativo.

Dati preliminari ed incoraggianti sono stati rilevati per quanto riguarda il trattamento con OTI delle paradontiti, sembra infatti che moduli la flora batterica locoregionale sia in associazione alla detartrasi che per sé, suggerendo un suo uso nei soggetti che hanno più suscettibilità alle infezioni batteriche. Viene altresì rilevato come potrebbe avere un razionale nelle parodontiti di alto grado e nelle gengiviti ulcerative necrotizzanti e/o dove il paziente abbia comorbilità come il diabete.

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