Interessante pubblicazione dalla Germania che riassume lo stato delle conoscenze dei trattamenti dell’incidente subacqueo attraverso una linea di indirizzo basata sul consenso di esperti.
https://portal.dimdi.de/websearch/servlet/FlowController/DisplayDocuments?uid=1&docId=1&id=2
Per prima cosa viene definito cosa si intende per incidente subacqueo:
pressione ambientale durante l’immersione o in altro ambiente iperbarico con e senza attrezzatura subacquea. Questo concetto quindi unifica il subacqueo con autorespiratore all’apneista.
A questa definizione vengono integrati i classici meccanismi fisiopatologici sottostanti cioè:
Primo punto fondamentale è la prevenzione:
è noto infatti che buona parte di questi incidenti, dopo un’attenta analisi globale, risultino “immeritati”, cioè non abbiano evidenti errori tecnico-pratici da chiamare in causa; alla luce di questo è fondamentale che il subacqueo venga responsabilizzato e sia consapevole di tutti gli aspetti che possono influenzare la sicurezza delle sue attività, e su quali siano le opzioni per correggerli ove necessario.
Viene ribadito come sia l’addestramento che la pianificazione all’immersione debbano essere parte integrante dell’immersione stessa.
Altresì l’idoneità fisica e la formazione sulle buone pratiche di igiene di vita sono caposaldo di attività “sotto pressione” sicure.
Viene infatti raccomandata una regolare, attenta e scrupolosa valutazione clinica da parte di medico subacqueo qualificato, che oltre alla raccolta dell’anamnesi, verifichi le condizioni del soggetto insieme ad esami strumentali (ad es. ECG, ECG da sforzo, funzionalità polmonare, otoscopia ed esame della vista).
L’obiettivo è la “personalizzazione” delle indicazioni/idoneità alla luce dell’individualità del corpo umano alla luce dell’accertamento medico.
A questi aspetti si affianca un’attività di counselling riguardo, ad esempio, l’aspetto del rischio di disidratazione (mancanza di assunzione di liquidi, perdita attraverso sudorazione e/o diarrea, ecc.) o sull’effetto dell’esposizione a basse o alte temperature e sul comportamento nel caso di
malattie transitorie.
Si devono anche affrontare tematiche che riguardano i comportamenti a rischio dopo immersione come intenso sforzo fisico (uscita difficoltosa dall’acqua o trasporto di attrezzature pesanti) o brevi intervalli fra un’immersione ed un’altra o brevi intervalli prima di voli aerei.
A volte però anche questo non basta, ma per le magagne vi aspetto il mese prossimo…..