Aqma Italia: la nutraceutica a supporto della medicina iperbarica e subacquea

Quando si parla di medicina iperbarica e subacquea la prima applicazione a cui ognuno pensa è la terapia nei subacquei affetti dalla cosiddetta malattia “da decompressione”. Infatti, vero è che essa nasce per questo utilizzo, ma è altrettanto vero che le applicazioni hanno trovato largo impiego in molte discipline della moderna medicina, soprattutto in campo ortopedico, chirurgico, infettivologico, neurologico, in otorinolaringoiatria e infine, da qualche anno, anche in campo oncologico.

L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) è una terapia etica, riconosciuta dalla medicina convenzionale, non invasiva e basata sulla respirazione di ossigeno puro o miscele gassose iperossigenate all’interno di una camera iperbarica che viene portata ad una pressione superiore a quella atmosferica mediante pressurizzazione con aria compressa. L’esposizione a pressioni elevate di ossigeno comporta l’aumento della quota di ossigeno trasportata in soluzione nel plasma e disponibile per la respirazione tissutale: ciò comporta la possibilità di ripristinare l’ossigenazione in aree dove i vasi sanguigni sono carenti o danneggiati e quindi aree ipossiche o ipoperfuse, permettendo la ripresa di funzioni tissutali ossigeno-dipendenti e la possibilità di contrastare effetti tossici che abbiano implicato una ipossia tissutale; inoltre aumenta la deformabilità dei globuli rossi e, quindi, la possibilità di questi ultimi di spostarsi con più facilità all’interno dei vasi sanguigni, capillari compresi (1). Oltre a questi effetti l’ossigeno iperbarico esplica anche un’azione antibatterica diretta ed indiretta, ha un’azione di vasocostrizione con riduzione dell’edema post-traumatico e/o post-chirurgico, protegge i tessuti dai danni del fenomeno di ischemia/riperfusione, protegge le membrane dalla lipoperossidazione radicalica, inibisce la produzione di beta2-integrine che favoriscono l’adesività dei leucociti sulla parete capillare, con conseguente danno endoteliale (2), promuove i processi riparativi con l’aumento del metabolismo cellulare, la riattivazione di fibroblasti, osteoblasti, della collagenosintesi, incrementa la sintesi di matrice extracellulare e ha un effetto di stimolo sulla neoformazione vascolare (3-7).

Il ripristino di funzioni vitali come la respirazione cellulare, con conseguente riattivazione dei compiti a cui la cellula è preposta, la neoformazione vascolare, sono tutti effetti che l’ossigeno iperbarico esplica nel corso di cicli più o meno lunghi e tali effetti si protraggono nel tempo anche dopo la fine della terapia. L’OTI viene usata negli stati morbosi in cui esiste e persiste uno squilibrio locale fra necessità, apporto e capacità di utilizzazione dell’ossigeno: lesioni cutanee gravi, traumi da sport, patologie dell’osso, infezioni acute e croniche dell’osso e dei tessuti molli, insufficienza venosa e deficit arterioso negli stadi più avanzati e gravi possono trovare beneficio e spesso risoluzione nell’OTI.

In supporto alla medicina subacquea e iperbarica ha sicuramente un ampio potenziale d’azione la nutraceutica la quale, interviene in numerosi ambiti terapeutici contribuendo allo stato di benessere dell’organismo. I nutraceutici sono costituenti naturalmente presenti in alimenti e piante medicinali, ai quali sono attribuiti effetti positivi sulla salute dell’uomo sia a scopo preventivo che come trattamento complementare di alcune patologie.

E dunque, un approccio integrato della medicina iperbarica e della nutraceutica può dare un significativo contributo nel trattamento di molte patologie.

AQMA ITALIA S.p.A. sviluppa e colloca sul mercato integratori di alto profilo scientifico, interamente Made in Italy, con una elevatissima concentrazione di principi attivi. I nostri nutraceutici hanno caratteristiche qualitative garantite da una produzione GMP, corredate da studi clinici e con applicazione in diversi ambiti terapeutici.

Una delle applicazioni sicuramente di maggior impiego della terapia iperbarica consiste nel trattamento di lesioni cutanee gravi e di difficile guarigione in cui i benefici dell’OTI sono molteplici: accelera la cicatrizzazione, potenzia l’effetto degli antimicrobici, diminuisce il dolore nelle ferite croniche, aumenta la risposta immunitaria nelle ferite infette, favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni (Angiogenesi), ha effetti antinfiammatori, diminuisce il rischio di infezioni, stimola la sintesi del collagene.
Esempi di patologie trattate con la terapia iperbarica sono le ulcere cutanee da insufficienza arteriosa, venosa e post traumatica; le ulcere presenti nel piede diabetico, patologia che comporta il numero più alto di esiti gravi con amputazioni e in cui l’OTI agirebbe grazie all’azione antibatterica e riparativa in associazione con la terapia chirurgica e antibiotica; le ustioni estese dove l’ossigeno iperbarico ha effetto anti-edema, antimicrobico, cicatrizzante; gli innesti cutanei a rischio di ipossia dove l’ossigeno iperbarico favorisce l’angiogenesi; le lesioni tissutali post attiniche (Radioterapia), dove l’effetto angiogenico della terapia iperbarica sinergicamente allo stimolo riparativo e all’attività antibatterica, fa dell’OTI un’importantissima indicazione al trattamento nelle patologie causate da terapia radiante; infezioni acute e croniche dei tessuti molli, gruppo di quadri clinici ad eziologia infettiva che evolvono nell’infiammazione e necrosi della cute, del sottocute (cellulite batterica progressiva) e della fascia (fascite necrotizzante) e dove l’OTI ha una potente azione battericida anche nei confronti di batteri difficili e antibiotico resistenti; lesioni da schiacciamento e sindrome compartimentale, in cui l’applicazione dell’OTI, aumentando la pressione parziale di ossigeno tissutale, riesce a ridurre l’edema vasogenico e a demarcare le zone vitali da quelle non vitali, ha azione antisettica e potenzia l’azione degli antibiotici nei tessuti ipossici (8-19).

In questo tipo di problematiche la nutraceutica ed in particolare gli enzimi proteolitici hanno certamente un ampio potenziale d’azione grazie alla loro capacità di attivare ed accelerare processi di “guarigione” e rigenerazione cellulare e ridurre le infiammazioni.

AQMA Italia S.p.A. ha attualmente in commercio due prodotti con queste caratteristiche.

Il Proliset complex® contiene un potente mix di enzimi proteolitici (bromelina e papaina) ad alta concentrazione e ad elevata attività enzimatica associati allo zinco come attivatore, caratteristiche che lo rendono particolarmente efficace nella riduzione degli stati edematosi, consentendo un recupero veloce senza effetti collaterali.
Gli enzimi proteolitici, come bromelina e papaina, hanno la funzione di idrolizzare i legami peptidici, al fine di facilitare la rimozione del tessuto non vitale da una lesione. L’impiego più comune della bromelina è per il trattamento di infiammazioni e di lesioni dei tessuti molli: inibisce l’aggregazione piastrinica, ha attività fibrinolitica, antinfiammatoria, promuove la riepitelizzazione tramite la scissione delle proteine della pelle e interferisce con la crescita delle cellule maligne. Anche la papaina ha dimostrato di essere utile nella guarigione delle ferite, nella riduzione del dolore associato alle ferite, incrementando la velocità di formazione del tessuto di granulazione e digerendo i tessuti necrotici mediante la liquefazione dei detriti fibrinosi (20-23).

Bromelina e papaina hanno dimostrato di essere efficaci anche nel trattamento di ulcere cutanee vascolari, diabetiche, pressorie. L’azione della bromelina, in particolare, è duplice: previene la formazione dell’edema, riducendo e ristabilendo la permeabilità vasale attraverso una riduzione della flogosi, e al contempo riattiva il drenaggio linfatico grazie all’attività proteolitica, favorendo il riassorbimento dell’edema e la risoluzione di ulcere cutanee vascolari (24-25).

Bromelina e papaina sono efficaci anche nell’eliminazione dei residui di ustioni accelerando il processo di guarigione. La componente non proteolitica della bromelina è responsabile di questo effetto. Questa componente (escarasi) non ha attività idrolitica nei confronti dei normali substrati proteici o vari substrati glicosammino glicanici (26-28).

Inoltre, Proliset complex® è utile per ridurre i tempi di guarigione in caso di ulcere e ferite infette, dermatiti complicate da infezioni batteriche, cellulite infettiva, in quanto è stato dimostrato che la bromelina e la papaina aumentano il livello di antibiotici nel sangue e a livello tessutale e ne potenziano l’efficacia (29-30).

Fa parte della linea Proliset di Aqma Italia inoltre, il Proliset duo®, il quale contiene una combinazione di componenti alla massima concentrazione: gli enzimi proteolitici bromelina e papaina hanno un effetto sinergico nella riduzione dei marker infiammatori, l’aggiunta dei flavonoidi quercetina ed esperidina ne potenzia l’attività antinfiammatoria, l’ulteriore presenza di zinco e selenio contribuisce a proteggere le cellule dallo stress ossidativo e alla normale funzione del sistema immunitario. Sebbene gli enzimi proteolitici da soli siano utili nelle infiammazioni, la loro particolarità è che in associazione hanno un’azione maggiore, agendo in sinergia.

Un altro aspetto degno di nota è l’utilizzo della terapia iperbarica nel trattamento delle ulcere cutanee degli arti inferiori dovute a problemi vascolari. Tra queste, il maggior numero è causato da problemi di natura venosa (come l’insufficienza venosa cronica) il restante da disturbi di natura arteriosa, se non addirittura di ambedue le cause insieme.

Negli ultimi anni lo studio della patogenesi dell’ulcera dell’arto inferiore si è progressivamente spostato dal macro al microcircolo e, in particolare, all’endotelio inteso non più come un semplice rivestimento del circolo propriamente di scambio, il letto capillare, ma come un elemento altamente dinamico ovvero come un laboratorio biomolecolare con una propria fisiologia e patologia. Ne deriva una nuova definizione di ulcera vascolare. Essa rappresenta l’evento finale dello scompenso microvasculotissutale dovuto ad ischemia (ulcera arteriosa) o a stasi (ulcera venosa, flebostatica, gravitazionale).

Le “ulcere difficili” degli arti inferiori presentano una diminuita o assente risposta a terapia medica o chirurgica dovuta a fattori locali o sistemici e un ritardo nella guarigione principalmente correlato a uno stato ipossico-ischemico. L’ipossia ostacola l’azione battericida intracellulare dei leucociti sugli aerobi comunemente presenti favorendone la proliferazione. In questi casi l’uso aggiuntivo di OTI può ripristinare un ambiente cellulare favorevole nel quale il processo di guarigione delle ferite e i meccanismi di difesa contro i batteri vengono potenziati.

Nel caso soprattutto delle ulcere di natura venosa un valido aiuto alla terapia iperbarica può derivare dall’utilizzo contemporaneo di sostanze flebotrope appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, sostanze naturali caratterizzate dalla capacità di attivare il ritorno venoso e linfatico, agendo nello specifico proprio a livello del microcircolo. Aqma Italia commercializza una linea di prodotti con queste caratteristiche: la linea Flavofort 1500® contenente un potente mix di principi attivi di documentata efficacia alla massima concentrazione: flavonoidi in forma micronizzata (diosmina, rutina, quercetina, esperidina), Mirtillo, Vite Rossa, Centella, Vitamina C. La sinergia dei componenti ha una triplice azione: venotonica, antiedemigena, venoprotettiva. La linea Flavofort 1500® è molto versatile perché è composta da una formulazione in bustine commercializzate in confezioni da 14 e da 30, una formulazione in compresse in confezioni da 30 e una crema gambe per poter agire sulla sintomatologia per via topica ed avere una sinergia d’azione con le formulazioni orali.

La diosmina viene usata da molti decenni per le sue proprietà capillarotrope e vasotoniche: inibisce l’attivazione della cascata infiammatoria provocando una forte diminuzione della permeabilità capillare. La protezione contro il danno vascolare è mediata anche dall’inibizione dell’attivazione dei neutrofili e dalla diminuzione dei livelli serici delle proteine d’adesione endoteliale (31-32).

Molti studi hanno mostrato che l’esperidina da sola ed insieme ad altri flavonoidi riduce la permeabilità capillare ed incrementa la resistenza capillare; questo ruolo è stato attribuito alla sua attività d’inibizione dell’enzima ialuronidasi che è conosciuto per la sua azione d’incremento della permeabilità e della fragilità capillare. L’attività antinfiammatoria dell’esperidina è legata all’inibizione delle prostaglandine, del trombossano e all’azione scavenger dei radicali liberi (33).

La quercetina esercita un effetto protettivo sui vasi sanguigni grazie ad una riduzione della permeabilità capillare ed un aumento della resistenza delle pareti vasali (34).
La rutina ha un effetto protettivo sulle pareti dei vasi sanguigni agendo in caso di teleangectasie, grazie alla sua azione di neutralizzazione dei radicali liberi che si formano durante la fagocitosi. Ha attività di prevenzione dell’aggregazione piastrinica, riduce la permeabilità capillare inibendo il fattore attivante delle piastrine (PAF) e il trombossano (35-36).

Le antocianine da vite rossa e mirtillo nero hanno proprietà vasoprotettrici sull´endotelio delle arteriole e dei vasi capillari e proteggono la microcircolazione dai danni del diabete, del fumo e dell´ipertensione (37).

La frazione triterpenica della Centella asiatica è dotata di peculiari proprietà modulatrici sullo sviluppo del tessuto connettivo. Tale attività si esplica attraverso un’azione sui fibroblasti e su due aminoacidi fondamentali per il metabolismo del collagene: prolina e alanina. Svolge pertanto una funzione plurifasica e bilanciata sul metabolismo del tessuto connettivo che si traduce in una migliorata riepitelizzazione ed in una normalizzazione del connettivo perivascolare che permette un miglioramento del tono e dell’elasticità della parete venosa. Questo permette, con la riduzione della permeabilità endoteliale (diminuzione dei fenomeni di insufficienza e diapedesi a livello capillare), di ripristinare col tempo l’equilibrio emodinamico a livello del sistema microvasculo-tissutale (38).

La vitamina C è un noto antiossidante, interviene nella sintesi del collagene ed in molte altre attività biochimiche cellulari. In sinergia con i bioflavonoidi, la Vitamina C, è indispensabile nel mantenimento del collagene, rafforza la parete dei capillari, esercita un’attività antinfiammatoria ed immunomodulante.

L’azienda Aqma Italia S.p.A. oltre a garantire nel mercato dei nutraceutici prodotti di alta qualità e alto valore scientifico, è continuamente impegnata nella ricerca di nuove strade e nuove collaborazioni in modo da ampliare sempre più i propri orizzonti e il proprio campo di applicazione per poter dare il proprio contributo nel migliorare la salute e la qualità di vita di tutti coloro che ne hanno bisogno.

È per questo motivo che l’azienda ha deciso di supportare la SIMSI, Società Italiana Medicina Subacquea ed Iperbarica, riconosciuta, a livello internazionale, tra le più attive società scientifiche impegnate nella ricerca sulle modificazioni fisiopatologiche dell’uomo sott’acqua e sugli effetti dell’ossigeno iperba¬rico sull’organismo, in condizioni normali e patologiche.

Per approfondimento:
https://www.aqma.it/prodotti-e-studi-clinici/

 

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