Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde. Quando il cattivo in realtà non è così cattivo.

Caso clinico presentatoci dal Centro Iperbarico Bologna.

Paziente affetto da 14 giorni da ipoacusia improvvisa moderato-grave sinistra con acufene con indicazione ORL a Ossigeno Terapia Iperbarica in urgenza come da protocolli regionali.

 

In anamnesi: severa cifoscoliosi idiopatica complicata da insufficienza respiratoria globale restrittiva con  necessità di ossigeno continuo, con un quadro all’emogas analisi arteriosa di qualche giorno prima  abbastanza preoccupante. Presentava infatti un quadro di ipercapnia (valori elevati di anidride carbonica)  con ipossiemia (valori bassi di ossigeno).  

 

In queste condizioni, il timore è che, in presenza di un’elevata ossigenazione, come avviene durante le  sedute di ossigeno terapia iperbarica, si comprometta il trigger respiratorio dovuto dalla stessa ipossiemia  con possibile arresto respiratorio e conseguente emergenza medica. A questo si aggiunge il noto effetto  Haldane che agisce tramite l’aumento dell’ossigeno anche nel versante venoso con la diminuzione 

dell’affinità dell’emoglobina per l’anidride carbonica ed il suo aumento (pCO2) quindi nel sangue andando  ad aggravare l’ipercapnia.  

Ovviamente quindi è necessario valutare attentamente il quadro clinico per non escludere a priori  l’erogazione della terapia in considerazione dell’ottimale finestra terapeutica che, appunto, vede nei primi  15 giorni dall’evento, la migliore prognosi.  

Le contestuali valutazioni cardiologiche e pneumologiche mostravano quadro cardio-respiratorio stabile, la  stessa emogas analisi mostrava valori dell’equilibrio acido-base nei limiti della norma, segno di compenso in  atto. In base a queste valutazioni e alla visita di idoneità all’iperbarismo che non ha rivelato quadro  instabile e anzi in ottimo compenso, si è deciso di procedere all’esecuzione del ciclo OTI prescritto di 10  sedute con stretto monitoraggio quotidiano delle condizioni del paziente.  

l personale in assistenza monitorava in continuo le condizioni del paziente ed era, all’occorrenza, in grado di  utilizzare le attrezzature di emergenza.  

Le sedute si sono svolte regolarmente, senza complicanze e il controllo otorinolaringoiatrico al termine del  ciclo ha mostrato completo recupero del deficit audiometrico e del quadro sintomatologico soggettivo.

 

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