L’occlusione dell’arteria centrale della retina (CRAO) e OTI come potenziale terapia.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40548218/
Ulteriore interessante pubblicazione in una patologia potenzialmente devastante e con pochi approcci terapeutici.
L’occlusione dell’arteria centrale della retina (CRAO) è una condizione oftalmologica acuta e potenzialmente devastante che può causare cecità. Esistono diversi trattamenti in acuzie, ma non vi è consenso su una terapia gold standard. L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) sta richiamando attenzione grazie a un crescente supporto scientifico.
In questo studio l’obiettivo è stato identificare parametri clinici e di imaging associati a un buon recupero visivo per aiutare nella selezione dei pazienti con CRAO da avviare all’OTI.
Sono stati arruolati 26 pazienti con insorgenza dei sintomi ≤ 6 ore, trattati in un ospedale terziario con OTI dopo fallimento della terapia iniziale.
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- Raccolti dati demografici, storici, clinici e di imaging specifici. (OCT: Tomografia a Coerenza Ottica, FFA: angiografia fluoresceinica).
- 10 sessioni OTI: 1 seduta tabella 5 US Navy, seguita da 9 sedute di 100min a 2.4 ata.
- Analizzati i cambiamenti dell’acuità visiva dopo il trattamento.
Risultati
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- Follow-up medio: 10 mesi; miglioramento dell’acuità visiva medio: 0,48 logMAR (~9 lettere ETDRS), statisticamente significativo (P = 0.0001).
- Il CMT (spessore maculare centrale) nella zona centrale di 1 mm non era correlato al miglioramento visivo (P = 0.119).
- Il CMT nella corona da 1 a 3 mm era moderatamente associato a miglioramento visivo (P = 0.02; r = 0.45).
- Il tempo di perfusione completo all’angiografia fluoresceinica (FFA) era moderatamente associato al miglioramento (P = 0.01; r = 0.58).
Gli autori sottolineano che un minore spessore maculare nella zona da 1 a 3 mm è associato a miglior esito visivo post-OTI. Tempi di perfusione retinica più brevi all’ FFA sono anch’essi associati a un recupero visivo migliore e che questi parametri possono essere usati per guidare il triage e la selezione dei pazienti per il trattamento iperbarico e sottolineano che la tempestività è cruciale per una miglior prognosi. Gli stessi concludono affermando che, anche se non ancora gold standard, l’OTI mostra risultati promettenti nella CRAO, specialmente se usata precocemente e in pazienti selezionati.