Applicazione sinergica di antibiotici e ossigenoterapia iperbarica (OTI)

Immagine creata con OpenAI ChatGPT.
https://journals.lww.com/mgar/fulltext/2026/06000/synergistic_application_of_antibiotics_and.14.aspx
Questa interessante pubblicazione disanima sull’uso combinato di antibiotici e ossigenoterapia iperbarica (OTI) come strategia promettente per migliorare l’eradicazione batterica, soprattutto contro ceppi resistenti e infezioni associate a biofilm.
Meccanismi principali di potenziamento
- Aumento dell’ossigenazione: l’OTI amplifica l’attività di antibiotici che sfruttano meccanismi ossigeno-dipendenti. In alcuni casi (ad es. Pseudomonas aeruginosa) la crescita batterica viene completamente inibita a 2.8 ATA. Inoltre, l’ossigeno elevato modifica metabolismo e trascrizione genica dei batteri, influenzando la sensibilità agli antimicrobici.
- Disgregazione del biofilm: l’ossigeno iperbarico penetra più in profondità nei biofilm, compromettendone l’integrità e aumentando l’azione battericida degli antibiotici (es. ciprofloxacina contro P. aeruginosa).
- Rafforzamento della risposta immunitaria: l’OTI migliora l’attività dei neutrofili e la clearance batterica. Tuttavia, la maggiore produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) potrebbe selezionare ceppi più resistenti.
Adattamenti batterici allo stress ossidativo
I batteri hanno sviluppato sistemi di difesa contro i ROS (catalasi, superossido dismutasi, perossidasi), meccanismi di riparazione del DNA e di risposta allo stress (OxyR, SoxRS). L’esposizione prolungata a ossigeno elevato potrebbe quindi selezionare ceppi con maggiore capacità antiossidante.
Inoltre, la concentrazione di ossigeno influenza l’espressione di porine (OmpF, OmpC), modificando la permeabilità della membrana esterna e la suscettibilità agli antibiotici, in particolare β-lattamici e fluorochinoloni. Tecniche proteomiche avanzate (LC-MS/MS) permettono di analizzare tali variazioni.
Implicazioni cliniche
- Infezioni necrotizzanti dei tessuti molli: una meta-analisi su oltre 49.000 pazienti ha mostrato che l’OTI riduce significativamente la mortalità (RR = 0,522 95% intervallo di confidenza (CI) (0.403, 0.677), P < 0.05) e le complicanze sistemiche come la disfunzione multiorgano , RR = 0.205, 95% CI (0.164,0.256), P < 0.05]. pur richiedendo un maggior numero di debridement. Non sono emerse differenze rilevanti sul tasso di amputazioni.16
- Endocardite infettiva: studi preclinici evidenziano benefici dell’OTI come terapia adiuvante, anche se mancano ancora trial clinici sull’uomo.
Considerazioni finali
L’integrazione di antibiotici e OTI rappresenta una potenziale strategia terapeutica nelle infezioni difficili da trattare. I benefici principali riguardano il potenziamento dell’attività antimicrobica, la disgregazione dei biofilm e il miglioramento della risposta immunitaria. Tuttavia, occorre considerare il rischio di selezione di ceppi più resistenti e la complessità delle risposte batteriche all’ossigeno.
Servono tuttavia ulteriori studi clinici ben strutturati per chiarire i meccanismi molecolari, definire protocolli standardizzati e stabilire il ruolo ottimale dell’OTI in combinazione con le terapie antibiotiche.
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