Dalla NEDU all’uso adiuvante dell’OTI in radioterapia

La presenterà un breve documentario al link qui di seguito: il filmato, un film di MARIANO LORDE, nedu_logoe Co-Director NADUAH BISELLACH, ne descrive l’incredibile lavoro; parliamo dell’Unità Subacquea Sperimentale della Marina Statunitense [Navy’s Experimental Dive Unit: N.E.D.U. per l’appunto].

Ha sede a Panama, paese dell’omonimo Canale e della meno nota popolazione Cuna [noti anche come Kuna, Tule, Cuna-Cuna o Indiani di San Blas; sono circa 30.000 (delle 40.000 unità totali di lingua chibcha) quelli che abitano in questo bell’arcipelago ad est del Canale ed al largo, al nord, dell’istmo di Panama].

A questo link è possibile trovare alcuni abstract storici dei molti lavori che sono stati sviluppati nel tempo dalle ricerche alla NEDU.

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Per gli amanti dell’orologeria invece una curiosità: tra il merchandise dedicato alla NEDU compare un orologio che viaggia poco al di sotto dei 5.000,00 USD. Il costruttore, B*** (nome qui necessariamente parzialmente mascherato per evitarne la pubblicità), avrebbe purtroppo in questo caso commesso un errore madornale, usando delle insegne militari errate.

Nelle intenzioni doveva infatti esser l’insegna della NEDU ma ha ahimè finito con l’essere il contrassegno dello Special Operations Diving, quello cioè della scuola che addestra le Forze Speciali dell’Esercito, ed i PJs e CTTs dell’Aeronautica militare statunitense. Un po’ come produrre un orologio cui si assegna il nome altisonante di ‘Top Gun’ ma usando stemmi e simboli della ‘scuola-guida’ per piloti dell’aeronautica militare statunitense. A parte questo ‘incidente’: un orologio incredibile con tenuta a 2000 ft (600 mca).

Dalla loro pagina facebook il 25 gennaio scorso è stato possibile seguire. praticamente in diretta, l’inizio e gli sviluppi di un test in saturazione di 10 giorni a -500 piedi di profondità; all’esperimento han partecipato 6 subacquei di questa incredibile unità (tra loro un medico). Praticamente ‘da sempre’ alla NEDU si testano i limiti, sino agli estremi, per aiutare ad elaborare procedure e tabelle che siano in grado di garantire immersioni sempre più sicure.

Invitando ad evitare di cadere nel facile errore di interpretare un lavoro scientifico come di per sé bastante a porre nuove indicazioni o a validare un trattamento [cosa che invece può avvenire solo dopo che vi sia stato un serrato confronto tra i pari sul disegno di ricerca, su quali materiali e metodi siano stati applicati e sulla analisi del dato, della statistica, e dell’esistenza di una qualche significatività], tra i molti lavori pubblicati nel 2016, e che hanno iniziato a postulare nuove possibili indicazioni alla Ossigeno Terapia Iperbarica (OTI), ve n’è uno di particolare peso (qui sotto).

S’ipotizza l’uso dell’OTI per aggredire delle aree ipossiche, presenti entro la neoplasia, rendendo in questo modo il tumore più sensibile alla Radioterapia.oncology

I risultati emergerebbero da analisi di dati gruppo/controllo in cui il controllo veniva esposto alla sola RadioTerapia (RT); applicata prima della RT l’OTI si rivelerebbe una procedura sicura, ben tollerata ed efficace anche verso certi gliomi ad elevata malignità.

Dall’analisi dei risultati si evincerebbe anche una spiccata capacità dell’OTI di potenziare l’effetto citostatico d’alcuni medicinali; la cosa potrebbe rendere la chemioterapia tradizionale molto ma molto più efficace.

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