di Umberto Natoli
I gav con sacco posteriore a ciambella, derivanti dai modelli dedicati all’immersione tecnica, ma rivisti per un utilizzo nell’immersione ricreativa, ormai presenti nei cataloghi di molte aziende del settore subacqueo, non dispongono di tasche portaoggetti, come quelli di tipo tradizionale, e questo per rispondere ai criteri minimalisti che li ispirano. Alcuni costruttori però li hanno dotati di piccole sacche con relativi portapesi amovibili, che possono invece essere sfruttate, in alternativa, per stipare due componenti essenziali dell’attrezzatura che non devono mai mancare nella dotazione minima di un subacqueo: la maschera di riserva e un pedagno da lancio dotato di reel.
Consideriamo che questi tipi di gav sono in genere dotati anche di due sacche portapiombi posizionate, ognuna per lato, sui fascioni posteriori di fissaggio alla bombola, e che per la quasi totalità delle esigenze di un subacqueo ricreativo, sono più che sufficienti per integrare i pesi della cintura in vita. Quindi possiamo dedurre che i portapesi amovibili del fascione ventrale possono invece essere destinati anche ad altro uso, senza particolari problemi.
Abbiamo preso in considerazione il modello Aquawing della Cressi e abbiamo verificato che le due sacche, oltre che contenere perfettamente sia la maschera di riserva, sia il pedagno con il reel, consentono un’azione rapida ed estremamente facile per raggiungere con le mani la chiusura Fasten di ognuna, ed aprirla. La stessa manovra può essere effettuata al contrario, reinserendo i due oggetti nelle rispettive tasche.
Questa soluzione risponde al criterio di eliminare, o perlomeno limitare il più possibile la presenza di componenti dell’attrezzatura fissati ai D ring del gav, per ridurre al minimo i punti di appiglio sul corpo del subacqueo, contribuendo ad una configurazione molto semplice e pulita. Unica accortezza è quella di utilizzare un reel di piccole dimensioni, di circa 6 cm di diametro per 4 cm di altezza, come quello che appare nelle foto, più che sufficiente a contenere una quindicina di metri di sagola ed anche di facile manovrabilità.
Fino a pochi anni fa le pinne molto leggere, da portare in aereo verso i mari tropicali, ma anche facili da stipare in una barca, o comunque facilmente trasportabili per peso e dimensioni, erano tutte di tipo economico, ma anche di prestazioni di gran lunga inferiori ai tipi normalmente utilizzati nell’attività subacquea. In tempi molto recenti i progettisti delle più note case di attrezzature subacquee hanno affrontato il problema, investendo in ricerca e progettazione, e sono riuscite a realizzare degli ottimi compromessi che soddisfano in pieno le esigenze di un buon subacqueo viaggiatore. Anzi sono andati anche al di là delle sole prestazioni in termini di spinta e confort, ma hanno introdotto il concetto di pinna a cinghiolo da calzare a piede nudo, o con un calzare molto leggero, per renderle estremamente facili da utilizzare. Le prestazioni sono ora molto interessanti e i costi sono praticamente la metà di quelli dei più noti modelli classici. Insomma, considerando il rapporto prezzo qualità, possono costituire un’ottima soluzione per disporre di un secondo paio di pinne da utilizzare in viaggio, ma anche per attività estive leggere.