I gav tecnici, di concezione hogarthiana, ispirano sempre più i modelli per uso ricreativo

I gav tecnici, di concezione hogarthiana, ispirano sempre più i modelli per uso ricreativo

di Umberto Natoli

I gav tecnici, di concezione hogarthiana, stanno sempre più ispirando la progettazione dei modelli destinati ad un uso ricreativo. Cerchiamo di saperne di più su questa tendenza, da due tra i più esperti progettisti italiani di attrezzature subacquee, Carlos Godoy e Pietro Micillo della Cressi Sub, che hanno ultimamente realizzato un prodotto molto curato e ispirato proprio a questa filosofia, denominato Aquawing.

 
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Ormai da qualche anno l'evoluzione dell'attrezzatura per l'immersione ricreativa segue anche alcune impostazioni progettuali che sono proprie dell'attrezzatura tipicamente tecnica. L'aspetto positivo di questa, chiamiamola così, contaminazione, è che indubbiamente anche il subacqueo sportivo, dedito ad attività non particolarmente impegnative, o profonde o di tipo professionale, può sfruttare i grandi vantaggi che derivano da concezioni ormai collaudatissime e ampiamente consolidate, nate dall'esperienza dei subacquei tecnici, che hanno dimostrato di poter aumentare il comfort e la sicurezza sott'acqua. In quest'ambito, il giubbetto ad assetto variabile è sicuramente il componente dell'attrezzatura maggiormente oggetto di riflessione e di studio da parte delle aziende produttrici, basandosi proprio sui molto diffusi apprezzamenti che incontra nell'utilizzo pratico la tipologia in uso proprio nell'immersione tecnica. In particolare il disegno di questi gav nasce nell'ambito di una tendenza verso cui vanno praticamente tutte le didattiche, che condividono l'idea di posizionare totalmente alle spalle del subacqueo la sacca d'aria che regola la variabilità dell'assetto, e che questa sia di forma anulare.

Comunque già da qualche anno le principali aziende di attrezzature offrono vari modelli di tipo ricreativo che lasciano libera la parte anteriore e i fianchi del subacqueo, e che concentrano la posizione della sacca d'aria totalmente nella parte posteriore. Finora la maggior parte di questi gav sono stati realizzati con un disegno della camera d'aria generalmente a ferro di cavallo e alcuni sono anche dotati di elastici di contenimento, che si allargano e si restringono in funzione della quantità d'aria presente all'interno, oltre ad essere dotati di sacche e fascioni di tipo tradizionale. In tempi più recenti, invece, alcune aziende si sono ulteriormente avvicinate ad un concetto più funzionale e minimalista dell'immersione, inserendo nei propri cataloghi dei modelli che, pur destinati all'immersione sportiva con monobombola, sono largamente ispirati proprio a quelli in uso nell'immersione tecnica.

Tale tendenza ha tuttavia creato in alcuni casi un singolare paradosso. Partendo dal presupposto che comunque, anche a livello mondiale, i praticanti l'immersione tecnica costituiscono una nicchia di mercato, i cui numeri non sono certamente paragonabili a quelli notevolmente maggiori dell'immersione ricreativa, non c'è grande interesse economico nell'investire in ricerca o nella realizzazione di materiali e stampi specificamente dedicati a questo tipo di attrezzature. Quindi si tratta di prodotti che vengono largamente realizzati con componenti in alcuni casi un po' datati, anche se indubbiamente affidabili, e con materiali, in particolare i tessuti, reperiti di volta in volta sul libero mercato, e non specificatamente progettati. Oltretutto i produttori specializzati sono prevalentemente costituiti da ditte di dimensioni medie, o medio piccole, e alcune di queste addirittura poco più che artigianali. Diverso è invece il caso in cui una grande azienda di attrezzature subacquee, con una certa forza economica, decide di studiare un nuovo prodotto, in questo caso un gav, destinato ad un mercato più ricco e vario, come quello dell'immersione ricreativa, che giustifica invece adeguati investimenti in ricerca e in materiali. Ecco quindi il paradosso che proprio questi nuovi prodotti offerti dalle grandi aziende, a cavallo tra la destinazione all'uso ricreativo e l'ispirazione tecnica, sono quelli che offrono i migliori aggiornamenti progettuali e l'uso molto più accurato di materiali.

Per meglio capire l'evoluzione fortemente innovativa che sta interessando la concezione del gav di tipo ricreativo, abbiamo voluto sentire il parere di due tra i massimi progettisti di attrezzature subacquee operanti in Italia, già noti ai nostri lettori: Carlos Godoy e Pietro Micillo, della Cressi Sub di Genova, entrambe impegnati, insieme al titolare dello storico marchio, il Sig. Antonio Cressi, proprio nella realizzazione di un gav caratterizzato da una essenzialità delle funzioni che servono realmente ad un subacqueo, e da una semplicità concettuale che potremmo definire addirittura francescana, ispirato alla filosofia olistico hogarthiana, ma completamente reinterpretato nella logica della destinazione al subacqueo ricreativo.

Il nuovo modello di gav Aquawing della Cressi, ispirato al concetto minimalista dell'immersione tecnica, con la sacca d'aria a forma di ciambella, denominata donut, totalmente posizionata alle spalle del subacqueo, ma rivisitato e riprogettato per le esigenze del subacqueo ricreativo.

Intervista a Carlos Godoy e Pietro Micillo della Cressi Sub di Genova

D.

Com'è nata l'idea di realizzare un progetto di gav d'ispirazione tecnica, ma completamente dedicato all'uso ricreativo?.

R.

Diciamo che come gruppo di lavoro ci piacciono le sfide, e da qualche tempo in azienda avevamo colto l'interesse e la tendenza dei subacquei ricreativi ad avvicinarsi alla concezione essenziale e minimalista dell'attrezzatura, che si ispira ai presupposti e ai concetti dell'immersione tecnica, in particolare per quanto riguarda una componente fondamentale come il gav. Abbiamo quindi cominciato a studiare il tipo che potenzialmente può interessare la più ampia fascia di utenza, quindi gli utilizzatori del diffusissimo monobombola da 15 litri in acciaio, o comunque delle sue varianti da 12 litri e da 18 litri sempre in acciaio, ed anche del 12 litri in alluminio, quest'ultimo molto diffuso nei diving dei mari tropicali. La capacità di spinta, quindi adeguata a quelle tipologie di bombole, è di 12 Kg., pari a 120 Newton.

Nello studio di questo tipo di gav, la prima cosa che abbiamo notato è che i modelli presenti sul mercato, pur rispettando tutti una struttura assolutamente simile, costituita sostanzialmente da tre elementi, un sacco del tipo cosiddetto donut a ciambella, una piastra in alluminio, o in acciaio inox, ed una cinghia in un unico pezzo, offrono una risposta in acqua non del tutto omogenea tra l’uno e l’altro, e abbiamo capito che queste differenze sono dovute alla diversità dei materiali utilizzati e assemblati, ma anche a piccole diversità nel disegno, in particolare del sacco, che sicuramente possono sfuggire all’occhio inesperto, ma che hanno invece la loro influenza, e a volte non poca, sulle prestazioni.

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Un particolare del sistema di scorrimento e bloccaggio della cinghia.

Abbiamo quindi fatto una scelta di fondo drastica, ossia non tener conto di quanto è stato realizzato finora, e ripartire assolutamente da zero, riprogettando tutto, e avendo in mente due finalità ben precise: il pieno rispetto della filosofia di questo tipo di gav, che mira ad ottimizzare il trim orizzontale del subacqueo e la possibilità di gestire la cinghia unica da 50 mm, che deve assolvere a due finalità: un'adattabilità più facile possibile per subacquei con taglie diverse, ed anche una rapida e confortevole manovrabilità nell'indossarlo e nel toglierlo.

Prima però di entrare in dettaglio sui singoli componenti, vorremmo fare una precisazione che reputiamo importante. Fin dall'inizio, come è abitudine della nostra azienda, abbiamo inteso impostare il lavoro come un progetto integrato, che considera inscindibilmente il disegno tecnico con la materia prima utilizzata, partendo da calcoli e simulazioni al computer effettuate con software dedicati, che utilizziamo per il settore dei gav. Siamo così risaliti a determinare le caratteristiche dei materiali necessari, che in parte abbiamo poi reperito tra quelli da noi già ampiamente conosciuti e collaudati, ed in parte abbiamo specificatamente fatto realizzare da dei produttori, in funzione delle prestazioni che volevamo ottenere, ed in relazione alle specifiche forme dei componenti stessi. Insomma, per funzionare bene, come vogliamo noi, il gav deve essere assolutamente ed esclusivamente realizzato con quei materiali. Questo tipo di approccio ci garantisce che dopo la progettazione, le prove e i collaudi, il prodotto risponderà pienamente alle nostre aspettative su tutta la produzione, sui grandi numeri, e nel tempo. Diversamente, non si potrebbe assicurare la necessaria costanza di qualità, se bisogna stare sempre a cercare sul mercato, di volta in volta, dei componenti che più o meno possano andare bene. Certo, tutto questo ha dei costi che possono essere affrontati solo da una produzione su larga scala.

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Due borselli portapiombi, asportabili, sono posizionati nel fascione inferiore di fissaggio alla bombola e possono contenere fino a 2.5 Kg. l'uno.

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Il nuovo gav Aquawing della Cressi Sub nasce come il risultato di un progetto integrato, studiato anche con l'uso di sostware dedicati.

Fatta questa premessa, e scendendo più nei particolari, per quanto riguarda il sacco, che per la parte esterna abbiamo scelto di realizzare con un tessuto molto robusto da 1500 denari, dobbiamo precisare che ci siamo resi conto che questa tipologia a ciambella, donut, soffre spesso di criticità per quanto riguarda il mantenimento di una forma assolutamente equilibrata nei vari livelli di gonfiaggio, senza essere soggetta a piegature e rigonfiamenti. Il motivo è che occorre calibrare molto bene il disegno della camera d'aria interna con il disegno del rivestimento esterno, in modo che i due elementi aderiscano perfettamente, e in questo la progettazione computerizzata ci ha molto aiutato, anche perché a quest'aspetto va aggiunto anche il posizionamento delle due valvole di carico e scarico. In questo, torniamo a ripetere, i due componenti vanno progettati insieme; non si ottengono mai buoni risultati comprando sul mercato camere d'aria e poi si inseriscono all'interno di un sacco solo perché, genericamente, è di uguale misura. Anche differenze di forma tra l'uno e l'altro di soli pochi millimetri possono creare problemi di scarsa compatibilità e inevitabili deformazioni, una volta gonfiato. A questo va aggiunto che il posizionamento, quindi il punto di cucitura del supporto di tessuto all'interno della ciambella, dove sono posizionate le due aperture per il fissaggio della piastra, deve essere ben calcolato affinché durante il gonfiaggio del sacco, questo possa espandersi liberamente senza deformarsi, incontrando punti di contatto o forzature. Per evitare questo inconveniente, anche il disegno della piastra deve essere assolutamente armonizzato con la geometria del sacco, e i fori di fissaggio devono essere meticolosamente calcolati nei punti giusti. Ecco che, come abbiamo già detto, ma ci teniamo a ripeterlo, ci siamo dedicati ad una progettazione integrata, che prevede la totale interazione di un componente con l'altro. Certo, alla maggior parte dei subacquei questi aspetti tecnici sfuggono, e credono che tutte e tre le componenti di un gav del tipo donut, come appunto la sacca, la camera d'aria e la piastra siano totalmente intercambiabili senza problemi con vari elementi di produzioni diverse, solo per il fatto che si assomigliano molto, ma poi di fatto non è così, o perlomeno potrebbero non funzionare bene come invece dovrebbero.

Tornando però al nostro progetto, che non ci stanchiamo di ripetere, è indirizzato al subacqueo ricreativo, abbiamo dotato il gav del nostro collaudatissimo sistema di carico e scarico, di cui andiamo orgogliosi, e che montiamo su tutti i nostri gav. E' frutto di un attento studio che coniuga affidabilità nel tempo con facilità di intervento sui comandi, che consentono pressioni molto controllate per ottenere la giusta insufflazione o espulsione dell'aria. La valvola maggiorata, in caso di una forte e pericolosa positività del subacqueo, consente una rapida azione di svuotamento, che può essere effettuata sia agendo sul pulsante di scarico, sia molto comodamente e più rapidamente tirando il corrugato, al cui interno si trova un cavetto d'acciaio che agisce sull'apertura della valvola.

 
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La piastra in alluminio è dotata di un rivestimento imbottito in tessuto drenante, facilmente rimovibile con due semplici elastici.

 
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La piastra in alluminio costituisce la struttura portante del gav, alla quale è fissato il sacco, la cinghia in un unico pezzo, i due fascioni che trattengono la bombola e le due sacche portapiombi. E' il risultato di una progettazione integrata con il disegno di tutti gli altri componenti per un ottimale gonfiaggio del sacco senza punti di contatto o forzature, e per un ottimale scorrimento della cinghia.

Per quanto riguarda il sistema di fissaggio sul corpo del subacqueo, abbiamo voluto mantenere il concetto della cinghia in un unico pezzo, ma abbiamo voluto rendere il gav monotaglia, quindi facilmente e rapidamente adattabile a persone di diversa corporatura. In realtà questa strada è stata già percorsa recentemente da altri produttori, che sono intervenuti nel disegno delle aperture di passaggio della cinghia nella piastra, in modo da poter far scorrere la stessa in un verso e nell'altro, seguendo una certa direzionalità verso il basso o verso l'alto, ottenendo così la regolazione. Il bloccaggio avviene poi automaticamente quando la cinghia entra in tensione. Siamo quindi intervenuti con una progettazione molto attenta, e dopo una serie di prove e di ricerche di materiali, abbiamo disegnato uno specifico passante di bloccaggio, subito da noi coperto da brevetto, esterno alla piastra, a cui viene fissato con due viti, e ovviamente montato in coppia, uno per lato, che ci ha assicurato la necessaria fluidità di scorrimento nelle due direzioni, e che rimane efficiente e ben funzionante dopo un lungo e ripetuto uso; questo sistema è stato denominato “MAS” Modular Adjustment System. Con questo sistema abbiamo ottenuto così due finalità. La prima è l'adattabilità, come abbiamo visto, a varie taglie, e la seconda è la perfetta regolazione sul corpo del sub al momento dell'immersione. Nell'indossarlo basta tenere gli spallacci morbidi per poter agevolmente infilare le braccia. Poi agendo sulla parte ventrale della cinghia, occorre tirarla leggermente verso l'esterno per far aderire perfettamente il gav al corpo; basta poi regolare la fibbia ventrale e fissare il sottocavallo con l'apposito Fasten ad aggancio rapido. Per togliere il gav, è sufficiente allentare di pochi centimetri anche un solo spallaccio tirandolo verso l'alto, quel tanto che basta per poter sfilare agevolmente il braccio da sotto. L'operazione è semplicissima e intuitiva.

Comunque, di tutto ciò di cui abbiamo parlato, dalla fase puramente progettuale, quindi teorica, con calcoli attraverso software dedicati, disegni in 2d/3d, studio di forme, di distribuzione omogenea dell'aria, di resistenze di materiali e loro caratteristiche, siamo poi necessariamente passati alle prove in acqua con vari prototipi, e dopo un certo lavoro di verifica e le dovute osservazioni e riflessioni in merito, finalmente abbiamo trovato le giuste soluzioni finali per gli obiettivi che ci eravamo proposti. Abbiamo anche raggiunto un risultato che reputiamo interessante, ossia riuscire a mantenere in superficie il corpo del subacqueo in posizione tendenzialmente verticale. Dobbiamo però precisare che questo effetto si ottiene solo nel caso in cui il gav è ben aderente al corpo, e dopo che ogni singolo utilizzatore abbia fatto delle specifiche prove di assestamento.

Fin qui abbiamo parlato della parte strutturale di base del gav, ora vorremmo illustrare altri componenti che ne determinano più specificamente la destinazione all'immersione ricreativa. In particolare, all'altezza degli spallacci, sono stati aggiunti nella parte interna due fascioni imbottiti, che le immagini a corredo di questo articolo meglio descrivono che le parole, e che rendono più morbido l'appoggio sul corpo e preservano la muta dallo sfregamento della cinghia.

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Gli spallacci sono dotati nella parte interna di una morbida imbottitura, comunque asportabile, che oltre a risultare molto confortevole, protegge la muta dagli sfregamenti della cinghia.

Per ottimizzare l'appoggio del gav alle spalle del subacqueo, la piastra è dotata di un rivestimento imbottito in tessuto drenante, facilmente rimovibile con due semplici elastici, al cui interno è ricavata una sacca, come nella filosofia della concezione tecnica di questo tipo di giubbetto, dove può essere riposto un pallone da lancio ripiegato, e facilmente estraibile infilando una mano sotto la piastra.

La struttura del gav si completa poi nella parte posteriore con un poggiabombola in gomma termoplastica che abbiamo progettato per poter posizionare in maniera ottimale, senza possibilità di scorrimento, la bombola, alla quale viene fermato con due fascioni. Quello montato più in basso lo abbiamo dotato di due tasche portapiombi esterne rimuovibili con una fascia a velcro.

Ora arriviamo a descrivere una soluzione portapiombi per la parte anteriore, che abbiamo progettato e di cui siamo particolarmente soddisfatti, e che abbiamo anche coperto di brevetto. Siamo partiti dalla riflessione che questo tipo di gav può ospitare solo lateralmente delle sacche portapiombi trattenute con una fascia nella cinghia. Questa soluzione non si presenta assolutamente ottimale, perché il peso graverebbe in maniera eccessiva sui due fascioni, e la totale mobilità delle sacche le renderebbe molto sbilanciate e scomode da gestire, soprattutto nelle fasi di vestizione e svestizione, sia in barca, sia nel caso in cui si indossa o si toglie il gav direttamente in acqua. Abbiamo quindi pensato di affidare il fissaggio delle sacche alla struttura della piastra, mantenendo comunque una posizione sempre laterale delle stesse. In pratica tutto il peso e le sollecitazioni meccaniche verrebbero scaricate sullo schienale metallico; quindi è questo elemento ad assorbire il peso della zavorra e ad assicurarne una maggiore stabilità. Anche in questo caso, le immagini di quest'articolo sono molto più esplicative delle parole. Abbiamo anche pensato di realizzare il sistema portapiombi in due componenti: una sacca fissa dotata di una chiusura Fasten di sicurezza, e una sacca mobile da inserire e togliere con facilità. Soprattutto a fine immersione, senza dover guardare la sacca, al solo contatto con la mano, risulta molto agevole e intuitivo aprire la chiusura Fasten ed estrarre la sacca con i pesi, da passare poi in barca.

Questo gav abbiamo pensato di fornirlo in due versioni: una essenziale (Aquawing), più vicina alla concezione minimalista di questa tipologia di giubbetto equilibratore, senza la dotazione dei portapiombi laterali, ma comunque fornito con le due sacche portapiombi asportabili, posizionate su uno dei fascioni posteriori. L'altra versione (Aquawing Plus) è invece completa dei portapiombi laterali. In ogni caso chi si è dotato della versione base, può sempre integrarla acquistando come accessori i portapiombi.

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Il rivestimento imbottito dello schienale dispone di una sacca interna, facilmente raggiungibile con una mano, che può alloggiare una boa da lancio ripiegata, facilmente estraibile.

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Su entrambe i lati della cinghia ventrale è fissato un sistema portapiombi modulare, costituito da due robusti borselli, di cui uno fisso e uno mobile. Quello fisso è tenuto fermo sulla piastra per scaricare il peso sulla stessa, e per non gravare sul fascione ventrale di regolazione. L'altro, dove vengono inseriti i piombi, va inserito in quello fisso, con un manico di sicurezza in tessuto ed una chiusura Fasten che prevengono la perdita per via di aperture accidentali, ma che consentono a fine immersione di aprire facilmente il sistema, per passare, ad esempio, agevolmente i pesi in barca.

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