LONG COVID ed Ossigeno Terapia Iperbarica, un approccio percorribile?

Può essere l’Ossigeno Terapia Iperbarica (OTI) l’atteso rimedio al Long Covid?

 

Anatomia di uno studio:

Zilberman-Itskovich, S., Catalogna, M., Sasson, E., Elman-Shina, K., Hadanny, A., Lang, E., Finci, S., Polak, N., Fishlev, G., Korin, C., Shorer, R., Parag, Y., Sova, M., Efrati, S.

“Hyperbaric oxygen therapy improves neurocognitive functions and symptoms of post-COVID condition: randomized controlled trial.”

Sci Rep. (2022) Jul 12;12(1):11252.

rif.: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9276805/pdf/41598_2022_Article_15565.pdf

 

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La malattia da SARS.CoV.2, oltre ad essere una patologia già temibile nella fase acuta, è ormai riconosciuta esser responsabile di una nuova entità nosologica, definita come condizione POST COVID 19 o Long Covid.

Nel 10 – 30% dei guariti dalla malattia, per quanto abbiano superato gli eventi dovuti all’infezione acuta, s’è registrata purtroppo la permanenza di un multiforme corteo di sintomi, che posson passare da quelli di tipo prettamente fisico (come l’astenia, la dispnea, l’anosmia, l’ageusia, l’insonnia, il mal di testa, od una diffusa dolenzia/dolore) ad altri invece correlabili ad un maggior impegno di  di tipo neurocognitivo o psichiatrico, e di un’entità tale da comportare un grave impatto sulla qualità della vita di chi ne fosse affetto.

Fra le varie ipotesi eziopatogeniche responsabili di questi esiti son state proposte:

  • l’invasione diretta del virus nel sistema nervoso centrale,
  • una disregolazione della risposta immunitaria,
  • la comparsa di accidenti trombotici,
  • una disfunzione dei mitocondri,
  • una disfunzione endoteliale con ipossia tissutale secondaria.

Esistono attualmente degli approcci terapeutici multidisciplinari, nella gestione di questa patologia, che prevedono principalmente la somministrazione di alcuni farmaci antinfiammatori, l’adesione a diete specifiche e della terapia cognitivo comportamentale.

 

[Per le figure originali ed il testo completo dell'articolo, disponibile open access, vedi al link: https://www.dx.doi.org/doi:10.1038/s41591-020-0968-3]

 

Considerando le possibili cause eziopatogenetiche, riassunte qui sopra, sembrerebbe quindi che molte delle funzioni fisiologiche alterate dal LONG COVID potrebbero trarre giovamento dal ricorso all’Ossigeno Terapia Iperbarica (OTI). Dell’OTI son infatti ormai noti i molti meccanismi d’azione (2): dalle potenzialità antinfiammatorie ed antiedemigene alle azioni di modulazione della risposta immunitaria, dalle capacità di fornire supporto alla funzione mitocondriale agli effetti correttivi che l’iperossia esplica direttamente sull’ipossia tissutale.

Uno studio retrospettivo dell’anno scorso (3), per quanto con risultati statisticamente deboli – a causa del suo disegno, ha comunque mostrato gli esiti potenzialmente promettenti dell’OTI nei pazienti con esiti di LONG COVID, e questo già con la somministrazione di 10 sedute. In questi pazienti l’OTI migliorava in particolar modo l’astenia.

 

Una netta conferma a questa possibile indicazione terapeutica è stata recentemente sostenuta da un trial clinico randomizzato, in doppio cieco (4), pubblicato a firma di Zilberman-Itskovich S. ed altri [tra i co-autori del lavoro spicca il Prof/A Shai Efrati, della Facoltà di Medicina Sackler e della Sagol School of Neuroscience dell’Università di Tel Aviv (Israele)].

In questo studio sono stati valutati due gruppi di pazienti, composti rispettivamente da 37 e 36 soggetti:

  • il primo gruppo (n=37) era costituito da pz che lamentavano sequele nel post-COVID, e che furono sottoposti a delle sedute di OTI, con lo scopo di verificare l’ipotizzata efficacia dell’OssigenoTerapia Iperbarica in questi casi

A questi pazienti furono somministrate:

1 seduta al giorno per 5 gg/settimana; il protocollo prevedeva un totale di 40 sedute.

Ogni seduta OTI aveva una durata di 90 minuti, e quota di fondo a 2.0 ATA (10 metri),

 

  • l’altro gruppo (n=36) era invece costituito da pz che, pur lamentando anch’essi sequele nel post-COVID, caddero per randomizzazione nel gruppo controllo/placebo, un gruppo in cui si sarebbe invece dovuta registrare la totale assenza di una qualsiasi efficacia.

A questi pazienti furono somministrate:

40 sedute ‘placebo’ (5), sedute cioè che – per le loro specifiche caratteristiche – al momento risultano esser prive di una qualsiasi documentata efficacia clinica [a 1.3 ATA (3 metri)].

Quanto alla frequenza ed alla durata di queste sedute ‘placebo’, come per il gruppo di studio furono somministrate:

1 seduta/giorno per 5 gg/settimana, per una durata di 90 minuti per seduta.

 

Si è osservato che i soggetti non furono in grado di riconoscere la differenza fra i due tipi di sedute iperbariche (quelle eseguite come ‘test di efficacia’ vs. quelle ‘placebo’), confermando la presenza di un certo grado di “cecità” dei pazienti verso quale fosse la terapia effettuata.

 

[Per le figure originali ed il testo completo dell'articolo, disponibile open access, vedi al link: https://www.dx.doi.org/doi:10.1038/s41591-020-0968-3]

 

I soggetti sono stati valutati all’inizio dello studio, ed a 1-3 settimane dalla fine del percorso terapeutico.

I test comprendevano:

  • test validati sulle funzioni cognitive e
  • algoritmi specifici di risonanza magnetica;
  • questionari sulla qualità di vita, e
  • qualità del sonno;
  • valutazioni psicologiche e
  • valutazione del dolore;
  • altre valutazioni (funzione olfattiva, gustativa, polmonare),
  • ed ulteriori parametri non presentati dagli Autori in questo studio.

 

I risultati ottenuti sembrano promettenti, malgrado l’evidente concomitante debolezza intrinseca di questo lavoro (debolezza che si evince dagli ampi intervalli di confidenza, probabilmente legati alla bassa numerosità dello studio).

Sono emersi significativi miglioramenti nel dominio della funzione cognitiva globale, dell’attenzione e della funzione esecutiva, dell’astenia, della qualità del sonno, dei sintomi psichiatrici e del dolore.

Questi risultati vengono sostenuti da miglioramenti alla risonanza magnetica cerebrale perfusionale e dalle modificazioni microstrutturali, ad ulteriore conferma della neuroplasticità già attribuita ad OTI.

 

 

Il numero dei soggetti che hanno contratto la malattia, ed il crescente numero di quanti lamentano dei reliquati da Covid, pongono l’accento sulla importanza di nuovi studi che possano meglio determinare e pesare l’efficacia dell’OTI in questi casi.

Appare evidente il grande impatto che la cosa potrebbe avere, già nel medio-breve periodo, nella gestione socio-sanitaria.

Alla successiva conferma di efficacia dovrebbe probabilmente pure seguire una conversione dello studio in un cross-over, dove cioè i pazienti dell’iniziale gruppo-controllo possano poter fruire anch’essi dell’efficacia dell’OTI.

 

 

 

 

 Dott. Luigi Santarella

 

 

 

 

Per un maggiore approfondimento sul tema si rilancia ai link e riferimenti di letteratura qui di seguito.

 

Note bibliografiche —————————————————————————————————————————————————————-

 

  1. Gupta, A., Madhavan, M.V., Sehgal, K. et al.

“Extrapulmonary manifestations of COVID-19.”

Nat Med 26, 1017–1032 (2020).

https://www.dx.doi.org/doi:10.1038/s41591-020-0968-3

 

  1. Thom, SR.

“Hyperbaric oxygen: its mechanisms and efficacy.”

Plast Reconstr Surg. (2011) Jan;127 Suppl 1(Suppl 1):131S-141S.

https://www.dx.doi.org/doi:10.1097/PRS.0b013e3181fbe2bf

PMID: 21200283; PMCID: PMC3058327.

 

  1. Robbins, T., Gonevski, M., Clark, C., Baitule, S., Sharma, K., Magar, A., Patel, K., Sankar, S., Kyrou, I., Ali, A., Randeva, HS.

“Hyperbaric oxygen therapy for the treatment of long COVID: early evaluation of a highly promising intervention.”

Clin Med (Lond). (2021) Nov;21(6):e629-e632.

https://www.dx.doi.org/doi:10.7861/clinmed.2021-0462

PMID: 34862223; PMCID: PMC8806311.

 

  1. Zilberman-Itskovich, S., Catalogna, M., Sasson, E., Elman-Shina, K., Hadanny, A., Lang, E., Finci, S., Polak, N., Fishlev, G., Korin, C., Shorer, R., Parag, Y., Sova, M., Efrati, S.

“Hyperbaric oxygen therapy improves neurocognitive functions and symptoms of post-COVID condition: randomized controlled trial.”

Sci Rep. (2022) Jul 12;12(1):11252.

https://www.dx.doi.org/doi:10.1038/s41598-022-15565-0

PMID: 35821512; PMCID: PMC9276805.

 

  1. Mitchell, SJ., Bennett, MH.

“Unestablished indications for hyperbaric oxygen therapy.”

Diving Hyperb Med. (2014) Dec;44(4):228-34.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25596836/

PMID: 25596836.

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