Cari amici, oggi parliamo di una concezione alternativa e affascinante dell’esperienza subacquea. I tanti vantaggi del montaggio laterale delle bombole spiegati nella loro essenzialità nel nuovo libro del giornalista Umberto Natoli, Sidemount Diving, che ha inteso presentare una panoramica generale su questa diversa configurazione dell’attrezzatura, e sulla particolare filosofia che l’ispira nell’approccio all’immersione, mettendo in evidenza caratteristiche e aspetti positivi del sistema. Nato in ambiente speleologico, ha conquistato nel tempo molti convinti sostenitori, soprattutto all’estero, ma ora sempre più anche in Italia. Minimalismo, grande senso di sicurezza, facilità operativa fuori e sott’acqua e minor fatica, sono i suoi punti di forza. Tutto questo non poteva non affascinare anche i vari specialisti del SIMSI, che nel sidemount trovano interessanti e positivi aspetti medici.
Articolo di Umberto Natoli
La comunità subacquea in Italia si sta nuovamente avvicinando con crescente interesse e con il giusto approccio al sistema sidemount. Dopo aver vissuto un piccolo boom verificatosi alcuni anni addietro nelle nostre scuole e nei nostri circoli, in cui sembrava essere esplosa una nuova moda nell’andare sott’acqua, il cosiddetto montaggio laterale ricadde nell’oblio. Purtroppo mancarono gli istruttori adeguatamente qualificati, non in grado di capire a fondo la filosofia del sidemount, e spesso privi delle necessarie esperienze. Il sistema venne quindi divulgato in maniera inadeguata e spesso fuorviante, con risultati deludenti, che ne limitarono la diffusione. All’estero invece, dal suo apparire, negli anni novanta, è stato progressivamente sempre più apprezzato per le sue straordinarie caratteristiche, specialmente in ambiente anglosassone, dove è nato, e nelle due Americhe, ma anche in Nord Europa.
Oggi in Italia le cose sono notevolmente cambiate, e i sidemounters appassionati e ben preparati sono sempre più numerosi, sia praticanti, che istruttori, tra i quali emergono anche alcune eccellenze. In qualità di giornalista del settore subacqueo e istruttore, rimasi affascinato dalle caratteristiche del sistema che avevo conosciuto tempo addietro in occasione di un articolo commissionatomi da una rivista. Notai anche che non esisteva un testo in italiano sull’argomento, a mio avviso ancora immeritatamente sconosciuto a molti subacquei. Ho inteso quindi scrivere il libro Sidemount Diving, che vuole essere una panoramica sul sistema sidemount, con l’intento di farlo conoscere nei suoi aspetti più essenziali, e per questo senza aver la pretesa di renderlo un manuale, compito questo sicuramente più idoneo ad un istruttore di provata esperienza.
Nato in ambiente speleologico, dove è importante compattare l’attrezzatura attorno al corpo, riducendo il più possibile gli ingombri e i potenziali appigli, ed in particolare spostando la posizione delle bombole dalle spalle ai fianchi, il sidemount si è dimostrato ben presto un sistema ottimale per l’immersione in generale, anche in ambito ricreativo, per ridurre in maniera sensibile l’impegno fisico generale, con aumentati livelli di sicurezza. In particolare i vantaggi di questo modo diverso di andare sott’acqua possono essere così riassunti: utilizzo di un gav minimale, che comprende anche i contenitori della zavorra, eliminando la cintura, una minore fatica prima e dopo l’immersione negli spostamenti dell’attrezzatura, considerando che la riserva di gas è divisa in due bombole completamente autonome, ottimizzando anche il concetto di ridondanza. A ciò si aggiunge una facile vestizione sia fuori che direttamente in acqua. In immersione poi, la minor resistenza all’avanzamento, dovuta ad un minor ingombro della figura del sub, si traduce in minor fatica e comporta apprezzabili risparmi nei consumi di gas. Inoltre si aggiungono altri due aspetti molto positivi, ossia poter tenere sempre sott’occhio e a portata di mano le rubinetterie e gli erogatori, nonché muoversi con una grande e piacevole sensazione di leggerezza.
Ai membri del SIMSI, esperti subacquei, non potevano sfuggire gli aspetti medici più interessanti del sistema, a cui si sono avvicinati con notevole curiosità, scoprendone gli interessanti e indiscutibili pregi e stimolando riflessioni e sperimentazioni sugli effetti fisiologici che caratterizzano la pratica di un’immersione in sidemount. Nel mio nuovo libro ho avuto il grande piacere di poter inserire due capitoli a firma, uno del Dott. Pasquale Longobardi che ne illustra compiutamente i vantaggi da un punto di vista
medico, e l’altro del Dott. Francesco Fontana, per gli aspetti, in particolare, riguardanti l’apparato muscolo scheletrico.
Sul sistema sidemount ho voluto anche riportare il pensiero di Nicola Ferroni, Trainer UTR e istruttore NADD di varie specialità tecniche, e che può essereconsiderato uno dei nostri più esperti speleosub, e sicuramente in Italia il più qualificato utilizzatore e istruttore del sistema sidemount in grotta e in ambienti ostruiti in generale.
Intervista di Umberto Natoli
Ho iniziato ad avvicinarmi al sistema sidemount nel 2009, dopo molti anni di appassionata, ma anche impegnativa attività speleosub, quando con il progredire delle mie conoscenze tecniche e con una sempre più accresciuta esperienza sul campo, ho sentito l’esigenza di disporre di un’attrezzatura più compatta per potermi muovere in ambienti ristretti e aumentare nello stesso tempo il pieno controllo di tutti i parametri di sicurezza. La scelta non poteva che essere il sistema sidemount. In realtà la mia prima esperienza è stata con la configurazione cosiddetta all’inglese, con le bombole lungo i fianchi, ma fissate stabilmente con i fascioni al gav: un’impostazione ben diversa dal moderno sidemount, in cui le bombole sono trattenute in basso da un moschettone e in alto vengono compattate al busto del sub da un elastico, in modo da poter essere agevolmente allontanate dal corpo o distaccate del tutto. Quel tipo di configurazione l’abbandonai ben presto, ma mi aprì le porte del montaggio laterale, e fu amore a prima vista. Oggi posso dire che dopo molti anni di utilizzo, di sperimentazioni e di confronto con il tradizionale sistema backmount con le bombole sulle spalle, la mia preferenza assoluta va al sistema sidemount, non solo per immersioni in grotta e in ambienti ristretti in genere, dove i vantaggi che offre sono davvero notevoli, ma anche per una classica e non impegnativa immersione sportiva, dove tutto risulta più facile e rilassante. Tanto che con tale convincimento e con tale filosofia, ma anche con tanta passione, ho progettato assieme al mio amico Alberto Costa di 232bar, uno dei più grandi esperti e costruttore di attrezzature subacquee tecniche, meticoloso fino alla maniacalità, il BCD Alien Sidemount System. Vogliamo precisare che preferiamo definirlo in maniera corretta BCD buoyancy compensator device, e non GAV, che riteniamo una definizione errata. La nostra idea, che consideriamo comunque sempre in continua evoluzione, è quella di utilizzare un’unica configurazione estremamente minimalista e versatile, che può essere utilizzata sia per l’immersione tecnica più impegnativa, sia per una rilassante immersione ricreativa.
Foto di Francesco Chiaf
E’ questo, a mio avviso, il fascino del sidemount e il concetto di fondo che ci ha ispirato: un unico imbrago e la possibilità di scegliere tra due sacchi, uno da 12 litri e uno da 16 litri, sia in base alla propria statura, sia in base anche all’utilizzo, ad esempio nell’immersione tecnica. Ma una volta scelto, quel BCD accompagnerà il sidemounter in tutte le sue esperienze subacquee.
Se mi si chiede perché amo particolarmente il montaggio laterale, rispondo che il primo pensiero che mi viene in mente è il fattore sicurezza. Il poter visionare sempre erogatori e rubinetterie, e averle facilmente a portata di mano, è sicuramente un aspetto impagabile. Quindi l’immediatezza del controllo e della gestione dell’attrezzatura, che risulta sempre molto agevole e attuabile con una buona rapidità d’intervento, consentono di andare in acqua con grande tranquillità. Un altro aspetto molto positivo è sicuramente la possibilità di poter essere completamente autonomo nelle fasi pre e post immersione, nell’entrata e nell’uscita dall’acqua. Comunque, in generale, il sidemounter è molto indipendente dagli altri.
Un ulteriore vantaggio si ha anche negli spostamenti dell’attrezzatura, con i pesi della riserva di gas completamente dimezzata. Ed ancora, ma ne potrei citare molti altri, altro vantaggio è la sostanziale eliminazione della cintura di zavorra, potendo racchiudere i piombi direttamente nello spinale del gav, ottenendo anche una distribuzione ottimale dei pesi. In acqua poi ne apprezzo le caratteristiche di grande mobilità che offre, consentendo di assumere agevolmente posizioni differenti da quelle classiche, aspetto questo molto importante nelle penetrazioni in grotta. In questo offre possibilità ben superiori al classico sistema back mount, unitamente anche ad un’aumentata idrodinamicità, che si traduce in minore resistenza e quindi fatica all’avanzamento. Tutto questo però richiede una giusta impostazione fin dalle prime esperienze, altrimenti ci si portano dietro errori che col tempo sono più difficili da eliminare. Foto di Mario Comi Comunque una volta appresa la tecnica giusta, tutto l’impegno di un’immersione viene sicuramente facilitato, tanto che il sistema sidemount si è rivelato particolarmente adatto anche per chi non gode di una piena efficienza fisica, perché limitata da una disabilità, quando questa ovviamente non sia fortemente invalidante per l’attività subacquea. Nei mesi scorsi infatti ho avuto la soddisfazione di istruire una persona che da alcuni anni ha il braccio destro bloccato a seguito di un incidente stradale, e che comunque già praticava attività subacquea, anche se con notevoli limitazioni. Nel sistema sidemount, proprio grazie alle caratteristiche che ho appena descritto, ha trovato un modo per poter ampliare notevolmente le proprie possibilità, e di cui mi fa piacere che in questa sede ne riportate la testimonianza. Concluderei con l’affermare che se per motivi fisiologici o di età, un subacqueo non riesce a gestire in maniera ottimale le bombole sulle spalle in backmount, è sicuramente più opportuno che passi senza esitazione al sistema sidemount, dove tutto risulterà più facile, più divertente e più sicuro.
Franco Barboni, 51 anni, è già un subacqueo esperto, con brevetto di I livello SSI, di II livello FIPSAS, Nitrox PADI e Wrek PADI, quando decide di affidarsi a Nicola Ferroni per l’apprendimento della tecnica sidemount. Una grande passione per l’immersione subacquea, e una grande tenacia la sua, perché nel 2002, a seguito di un incidente stradale in moto, perse l’uso del braccio destro. Nonostante questa invalidità ha sempre praticato l’immersione subacquea, anche con un certo impegno, sviluppando una notevole abilità che può essere definita alternativa, con il solo uso del braccio sinistro in tutte le operazioni necessarie a gestire l’attrezzatura e nel compiere le varie manovre. Poi, incuriosito dalle caratteristiche della
configurazione sidemount, ha voluto verificare se e come poteva trarne dei concreti vantaggi per le sue problematiche. I risultati sono stati davvero incoraggianti. Ciò che ha più apprezzato è stata la maggiore facilità nel gestire l’attrezzatura a inizio e a fine immersione, nell’entrata e nell’uscita dall’acqua , anche con un’apprezzabile riduzione dei tempi necessari a compiere ogni operazione. Poi in acqua ogni manovra gli è risultata più semplice e intuitiva, e con il grande conforto psicologico di poter tenere sotto controllo rubinetterie ed erogatori, e poter anche gestire un’emergenza, tutte operazioni per lui difficili, ed alcune addirittura del tutto impossibili in backmount. Insomma per Franco il sidemount si è rivelato un arricchimento tecnico che gli ha aperto le porte di una nuova, affascinante e notevolmente più ricca esperienza subacquea, da poter vivere con sempre più autonomia.