Illuminazione subacquea. Facciamo un po’ di chiarezza

Illuminazione subacquea. Facciamo un po’ di chiarezza

Parliamo di fari con Alfredo Ciulli, un artigiano fiorentino nel settore della meccanica di precisione e uno dei più quotati esperti e produttori del settore.

di Umberto Natoli

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La squadra di Alfredo Ciulli della XDive al gran completo: da sinistra Cristian Orofino, Alfredo Ciulli, Andrea Salvi, e gli inseparabili Kenya e Hank, che riempiono di affetto e leggerezza le ore di lavoro dei bravi artigiani fiorentini.

Dopo l'attrezzatura di base, indispensabile per poter scendere sott'acqua, l'accessorio in assoluto più importante per un subacqueo è quello che gli fornisce una fonte di luce artificiale, che gli permette di godere dei colori e delle meraviglie del fondale marino. Risulta inoltre indispensabile per effettuare qualsiasi azione ricreativa o professionale in immersione. Si può spaziare da una semplice torcetta di pochi euro fino a torce molto potenti, ma anche notevolmente più ingombranti e costose. Questa non serve solo per l'uso più elementare, ossia rischiarare un fondale buio, o illuminare una grotta, una cavità, una tana di pesci e ripristinare in profondità, già da circa dieci metri in poi, i colori che via via vanno sparendo per l'effetto fisico dell'assorbimento selettivo delle tonalità cromatiche in ambiente subacqueo, ma la sua funzione in realtà è ben più importante poiché risulta essere il miglior strumento per l’interazione tra gli elementi del team di subacquei, permettendo di trasmettere informazioni tramite gesti codificati quali stati di pericolo, malfunzionamenti delle attrezzature e pressione residua delle bombole, fondamentali per la sicurezza. Un discorso a parte poi meritano i fari specificatamente dedicati alle riprese video e fotografiche, ovviamente di fascia decisamente alta per potenza e autonomia.

In questi ultimi anni il settore ha vissuto una vera e propria rivoluzione, con prodotti molto performanti in termini di intensità e qualità della luce, di angoli di copertura e di autonomia degli accumulatori. Tutto questo ovviamente è un grande vantaggio, ma c'è un rovescio della medaglia. Purtroppo la maggior parte della componentistica, ma anche dei semilavorati o dei prodotti finali, quindi di torce e fari, viene in larga misura realizzata nell'immensa realtà di ditte e dittarelle dei paesi del sol levante, creando una gran confusione commerciale, con una comunicazione dei dati e delle caratteristiche tecniche dei vari articoli, che spesso è falsata al rialzo o fuorviante. Inoltre la qualità e l'affidabilità non sempre sono in linea con il livello dei prezzi a cui questi sistemi di illuminazione subacquea sono poi proposti sul nostro mercato dai rivenditori europei, che oltretutto dovrebbero effettuare rigorosi controlli di qualità sui prodotti importati, e questo talvolta non avviene.

Per meglio conoscere quanto questo settore si sia sviluppato e aggiornato, ma anche come potersi orientare al meglio nella scelta di una fonte di luce adatta alle proprie esigenze, e di buona qualità, abbiamo voluto sentire i consigli di uno dei più preparati tecnici italiani del settore, Alfredo Ciulli, titolare della XDive di Firenze, di cui è anche interessante conoscere la storia professionale.

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Una gamma di torce dell'ultima generazione, tutte dotate di lunghe autonomie in grado di coprire praticamente ogni esigenza dei subacquei sia ricreativi, che tecnici, ma soprattutto dei professionisti, con flusso luminoso da 300 lms fino a 1.000 lms reali, e con angoli da 3,6° fino a 20°, tutte collaudate fino a 250 m di profondità. I progressi delle ultime tecnologie hanno reso possibile concentrare in dimensioni e pesi contenuti, caratteristiche molto avanzate, assolutamente impensabili solo fino a pochi anni fa, e molto diversificate quanto a resa e a qualità del fascio luminoso. Il materiale attualmente usato per tutti i modelli è la resa acetalica denominata POM, e più conosciuta come Delrin, con alte caratteristiche di resistenza meccanica e di assoluta inattaccabilità dalla corrosione marina, a differenza dell'alluminio che invece presenta col tempo inevitabili caratteristiche di ossidazione galvanica; oltretutto consente una riduzione dei pesi di circa la metà. I modelli dotati di pacco batterie residente e con collegamenti saldati, dispongono di valvola di sovrapressione e di termostato di sicurezza. Per un facile riconoscimento delle varianti di angolo, e quindi di utilizzo, ogni modello è dotato di una ghiera colorata di identificazione.

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Un faro di alta gamma, dedicato all'immersione tecnica, con testa illuminante separata del gruppo di alimentazione, denominato canister. Questi modelli si distinguono per la presenza di una doppia camera stagna, che mette al sicuro gli accumulatori da ogni possibile allagamento, e di valvola di sovrappressione di sicurezza. Possono essere dotati di una vastissima gamma di accessori in funzione delle necessità, e rappresentano il top dell'illuminazione autonoma subacquea. Sono disponibili varie teste illuminanti, con diverse ottiche e caratteristiche, e con angoli da 4° fino a 9°. Possono erogare un flusso luminoso fino a 6.000 lms reali nella versione Speleo, e fino a 8.000 lms reali nella versione Video.

Alfredo è figlio d'arte, perché il padre Ermanno Ciulli, oltre ad avere una propria officina di meccanica di precisione, è stato il responsabile della formazione nella scuola di meccanica delle famose Officine Galileo di Firenze, un'antica e prestigiosa azienda, un orgoglio italiano a livello mondiale nel settore degli strumenti per ottica e optoelettronica. Alfredo si forma nell'officina di famiglia, dove il papà è riuscito a trasmettergli l'amore per le lavorazioni meccaniche e gli ha insegnato a mettere mano sapiente a frese e torni: un lavoro difficile e molto selettivo, che non a tutti riesce, fatto di applicazione, concentrazione, molto rigore, tanta passione, e sicuramente caratterizzato anche da una buona dose di naturale predisposizione, che viene anche guidata dagli studi compiuti. Infatti consegue il diploma di perito industriale meccanico, ampliando le proprie conoscenze verso le caratteristiche dei singoli metalli e delle leghe, le loro resistenze sia meccaniche che alle sollecitazioni dell'usura, le loro reazioni agli sbalzi termici, ma soprattutto Alfredo impara a prendere confidenza con i macchinari e il disegno tecnico, sviluppando la giusta metodologia di lavoro. Di pari passo diviene anche un appassionato subacqueo, già dall'età di quattordici anni, fino ad arrivare a brevettarsi come istruttore, con una naturale passione per le immersioni profonde, prima effettuate in aria e poi dall'inizio degli anni duemila con l'ausilio delle miscele. Il tempo passa, e le sue due passioni, una la meccanica di precisione, e l'altra le immersioni, corrono parallele, e ormai da tecnico affermato e divenuto titolare dell'officina dopo che il papà l'ha lasciato, ebbe così l'idea di applicare tutte le sue conoscenze professionali allo studio di alcune componenti dell'attrezzatura subacquea, dedicandosi in particolare nelle fonti d'illuminazione, e facendosi affiancare da specialisti di elettronica, con l'obiettivo di creare una serie di prodotti di alta affidabilità e di livello professionale, in linea con la tradizione dell'officina di famiglia.

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Un esempio di due diverse ottiche. A sinistra, un'ottica a parabola multilente, particolarmente adatta all'esplorazione. A seconda del led utilizzato, è possibile ottenere la diversificazione degli angoli d'apertura (beam), che permettono di scegliere la testa illuminante più indicata secondo le varie esigenze. A destra un'ottica senza parabola, espressamente dedicata al video, con angolo di 120° e vetro satinato per diffondere e omogeneizzare la luce.

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Un'ottica con parabola a lente per concentrare la luce. A seconda del led utilizzato si ottengono vari angoli di copertura.

Un'ottica a riflettore, che ha la caratteristica di emettere un fascio a doppia intensità. Dispone di un cono di luce più intenso e concentrato al centro, e nella parte circostante, di un alone più diffuso, e di minore intensità, in grado di illuminare l'ambiente circostante.

Intervista ad Alfredo Ciulli

D.

Alfredo quali consigli ci puoi dare su come si deve orientare un subacqueo nella scelta di una torcia subacquea.

R.

La scelta della lampada da utilizzare risente in primo luogo di un’analisi dello scopo dell’immersione e dell’ambiente in cui si deve operare. Inoltre ci sono da considerare molteplici altri aspetti e per effettuare una corretta valutazione occorre bilanciare una serie di caratteristiche tecniche che talvolta sono in contrapposizione le une con le altre. Ad esempio, avere una quantità di luce più elevata migliora sicuramente la capacità di illuminare più in lontananza e su una superficie più ampia, ma questo va a incidere sulle dimensioni, sul peso e sui costi del prodotto finale. Anche se l’utilizzo deve essere continuo o discontinuo della fonte luminosa, questo aspetto influenzerà la scelta, così come deve rientrare nelle valutazioni se ci immergiamo da soli oppure in team. Infine, la torcia deve integrarsi in modo sapiente con il resto dell’attrezzatura utilizzata.

Alla fine si prenderà comunque in considerazione un range di prezzo sul quale orientarsi in base alla disponibilità effettiva, valutando eventualmente se per il momento ci si può accontentare di un prodotto intermedio in attesa di poter acquistare quello più indicato.

Nella realtà però a volte la scelta viene fatta quasi esclusivamente guardando il solo lato economico; per questo motivo, nei limiti delle caratteristiche tecniche, abbiamo creato prodotti ideali per i vari utilizzi disponibili in diverse fasce di prezzo.

Purtroppo ho riscontrato un’amara constatazione, alla quale non possiamo ovviare, è che troppo spesso, per svariati interessi di ritorno economico, vengono sponsorizzate lampade di basso pregio, facendole passare per buone sotto varie forme da chi le propone, condizionando in modo fuorviante chi deve fare la scelta. Visto i costi vivi elevati che si sono raggiunti per effettuare le immersioni, specialmente quelle tecniche, consiglio di valutare approfonditamente l'aspetto dell’affidabilità della fonte d’illuminazione, in quanto il mancato funzionamento di una lampada in un tuffo o peggio di un'intera spedizione, può determinare danni economici più rilevanti. Con questo non voglio dire che un prodotto di qualità è esente da difetti, ma aver acquistato una lampada da un’azienda in grado di fornire un’adeguata assistenza tecnica, è fondamentale.

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E' importante che le torce possono essere dotate di accessori. Ad esempio, oltre ad un occhiello ricavato nel corpo, per il passaggio di un laccio, ci deve essere la possibilità di montare una maniglia per un più agevole brandeggio.

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Su ogni modello della XDive è possibile montare la maniglia Goodmann, il cui uso è previsto nelle didattiche tecniche, ma che si sta diffondendo anche per un utilizzo nell'immersione ricreativa.

D.

Quali indicazioni tecniche ci puoi dare per evitare di effettuare un acquisto sbagliato?

R.

Intanto lasciami dire che sono piuttosto critico su come oggi vengono diffusi i dati sulle reali prestazioni di una lampada. Per assurdo, ma la realtà delle cose è questa, la quasi totalità dei produttori di attrezzature subacquee esprime il termine generico di potenza in Lumen [Lm], ma questo dato, riferito ai led di ultima generazione è di per se limitato e addirittura fuorviante. Si portano dietro ancora un sistema di misurazione che andava più o meno bene con le vecchie lampade a filamento e anche HID, ma anche li con alcune riserve. La materia è complessa e sono talmente tanti gli elementi variabili, che non può essere spiegata compiutamente con parole e concetti semplici; occorrono conoscenze di elettronica.

Teniamo comunque presente che il termine Lumen definisce unicamente la quantità di luce a disposizione, ma su come poi viene utilizzata e ottimizzata, in tutto o in parte, senza dispersione, e ottimizzandone la resa, è compito, come ho già detto, di un attento studio sulla parabola da accoppiare. Comunque, tanto per dare un'informazione certa, possiamo tener presente che 1 W corrisponde mediamente a 100 Lumen, quindi, ad esempio, una lampada con un led da 3 W eroga 300 Lumen (3x100=300), una lampada con un led da 10 W eroga 1000 Lumen (10x100=1.000), mentre, sempre ad esempio, una lampada con 6 led affiancati, da 10 W ciascuno, eroga 6.000 Lumen (6x10x100=6.000), ma ripeto, è un dato puramente quantitativo, che poi va tradotto in una resa effettiva con un'ottica opportunamente dedicata. Quest’ultima è una componente essenziale, anzi voglio precisare che la resa luminosa reale di una lampada, ossia la potenza veramente percepita sott'acqua, è proprio il frutto dell'accoppiata led e ottica, al di là dei soli dati tecnici del singolo led utilizzato, o dei più led messi insieme affiancati, che di per se forniscono un'informazione parziale. E' qua che si gioca, come si suol dire, la partita.

L'aspetto sul quale mi soffermerei invece è il tipo di luce emessa da una lampada, sulla quale orientare una scelta in base alle proprie esigenze. Ma per poter effettuare questa scelta dobbiamo prima fare alcune considerazioni. Se la cifra che si è disposti a spendere è di circa 300/400 euro, quindi una cifra già importante, che per un uso medio possiamo considerare definitiva, il mio consiglio è quello di orientarsi su un prodotto che garantisca assistenza e pezzi di ricambio. Un altro consiglio è quello di scegliere marchi e ditte specializzate e di comprovata qualità, che normalmente studiano e investono sui prodotti, e offrono vari modelli adatti a specifiche esigenze. E qui mi riallaccio all'aspetto importantissimo del tipo di luce che ci occorre, e che solo questo tipo di aziende può offrire.

Quindi inizierei da quella che può essere considerata l'impostazione più versatile per un uso medio, ossia un fascio di luce fredda da 6000/6500 gradi Kelvin, in grado di offrire un buon compromesso tra penetrazione del raggio luminoso e capacità di illuminare una cavità, e offrire anche una soddisfacente luce notturna. In quest'ambito, a parità di potenza, i migliori produttori offrono diversi tipi di parabole, ma anche di led, in grado di offrire differenti angoli di illuminazione. Per l'uso pratico, teniamo presente che la quasi totalità delle didattiche attribuiscono ad una torcia subacquea anche l'importantissima funzione di segnalazione, e questa per poter essere considerata soddisfacente, soprattutto in acqua torbida, deve necessariamente essere prodotta da una parabola con fascio concentrato. Quindi a mio avviso la soluzione mediamente più consigliabile per una lampada tuttofare, che definirei lampada primaria ricreativa, ma anche assolutamente definitiva per chi non fa immersioni tecniche, o comunque non ha particolari esigenze, può essere quella che monta una parabola con un angolo di luce di circa 6°. Credo proprio che sia la soluzione migliore anche in presenza di acque torbide.

Se invece si effettuano prevalentemente immersioni in acque chiare o in grotta, ci si può orientare verso una parabola con un angolo di circa 8°, che sono ancora sufficienti ad offrire una buona capacità di penetrazione per le segnalazioni, ma erogano un cono più ampio e più soddisfacente per l'esplorazione. Se invece, nel caso limite, in cui si vuole disporre di un faro ottimizzato per esplorazioni in ambienti completamente bui, per avere una percezione più ampia dell'ambiente circostante, come all'interno di una grotta, e comunque con acqua sufficientemente chiara, si può scegliere una parabola con un angolo di 20°. Le ditte più specializzate e in grado di offrire un'ampia gamma di prodotti, offrono anche parabole con angolo ristrettissimo, inferiore ai 4°, in grado di portare un raggio molto concentrato piuttosto lontano. Questo tipo di configurazione, poco utile per l'esplorazione, è invece molto interessante ad esempio per le guide subacquee che possono segnalare ai compagni d'immersione, da una certa distanza, in modo molto efficace, un punto molto preciso del fondale, come nel caso di un piccolo pesce affacciato da una cavità di una parete.

A questo punto, riferendomi sempre all'ambito ricreativo, per chi già effettua immersioni di un certo impegno, soprattutto in grotta, nei relitti, o notturne, e che necessita comunque di una torcia più piccola di backup, da affiancare a quella primaria, senza la quale sarebbe assolutamente imprudente immergersi, mi sento di consigliare una soluzione in kit, ossia una bella lampada da esplorazione con un angolo ampio, e affidare la funzione di segnalazione al faretto più piccolo, ma dal fascio più concentrato. Ovviamente questa è una mia idea, che non è detto debba essere condivisa da tutti.

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I vari modelli possono essere dotati di un anello di supporto e di un attacco a sfera per il montaggio, ad esempio, sulla custodia di una fotocamera per utilizzo come luce di puntamento, o su un sistema di bracci.

 
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A richiesta, la XDive può anche effettuare la personalizzazione di una torcia, per un facile riconoscimento, inserendo, ad esempio, pure loghi di diving, scuole o circoli.

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D.

Rimane però il problema di fondo. Come si fa a indicare, quindi a quantificare quella che può essere definita la capacità illuminante di una lampada e le differenze tra un modello e l'altro?

R.

Purtroppo mi dispiace ripetermi, i dati dichiarati per i soli lumen sono inevitabilmente insufficienti e imprecisi, e l'unica valutazione reale non può che essere solo visiva, ed è quello che consiglio di fare prima di decidere un acquisto, ossia mettere a paragone le rese di due o meglio ancora di più lampade accese, e si avranno delle incredibili sorprese, già fuori dell'acqua. A parità di dati tecnici forniti dalle singole aziende, saltano agli occhi differenze nella resa a volte anche notevoli, proprio perché, come ho già detto, non è solo la potenza nominale del led a indicare realmente la quantità di luce che può dare una lampada, perché questa è il frutto dell'accoppiamento con una determinata parabola specificatamente studiata dal produttore.

Già qualche miglioramento d'interpretazione si otterrebbe avendo anche il valore dei LUX [Lx] che definiscono l'intensità della luce emessa. La lettura di questi dati rimane comunque incompleta. Una corretta analisi si otterrebbe solo leggendo e sapendo interpretare le curve illuminotecniche caratteristiche di ogni singola ottica, abbinata ad un determinato led. Mi rendo conto che la materia è complessa e realmente comprensibile solo agli addetti ai lavori. Per questo ribadisco che l'unico modo per rendersi veramente conto della potenza di una lampada è quello di vederla accesa.

Ora mi soffermerei su un altro aspetto importante, che è l'autonomia. Anche questo dato tecnico è il risultato della combinazione di vari fattori. Per prima va considerata la potenza assorbita del led, che è un dato fornito dal costruttore, poi questa va riferita al numero delle celle, e poi ancora bisogna considerare le caratteristiche delle celle stesse, tutti dati che vengono dichiarati dal costruttore, come la tensione media, la capacità espressa in ampere [Ah], la potenza in Wattora [Wh]. Su come vengono montati e combinati tutti gli elementi che costituiscono l'elettronica di una torcia, è il frutto della preparazione, dell'esperienza e della scelta dei vari componenti da parte del costruttore, che ovviamente non svela in genere il suo segreto industriale. E' un aspetto che comunque può essere capito e spiegato compiutamente solo a chi ha approfondite conoscenze di elettronica. Anche in questo caso, inutile fare dei paragoni sulla carta basandosi solo sui dati riportati nei fogli d'accompagno delle lampade. Come se ne esce? L'unica è avere fiducia nella serietà del marchio, e quindi affidarsi al solo dato che interessa realmente un subacqueo, ossia la reale durata dell'accensione alla massima potenza o alle potenze ridotte, dichiarata dal costruttore, e che comunque può essere facilmente verificata in una prova pratica. I più seri, proprio perché sono sicuri della qualità dei propri prodotti, partecipano periodicamente a manifestazioni in acque libere, mare e lago, per far provare le proprie lampade, o affidano questa possibilità di prova gratuita a diving convenzionati, e questa ritengo che sia un'esperienza consigliabilissima da fare, soprattutto quando si deve decidere una spesa importante. La prova pratica ci da anche, come ho già detto, l'esatta valutazione visiva del fascio luminoso. Comunque oggi l'autonomia credo sia l'ultimo dei problemi, perché con il progresso di tutti i componenti, si raggiungono già dai modelli base durate medie che partono da almeno 1h e 30' a piena potenza, e che raggiungono a potenza ridotta autonomie superiori alle tre ore. Insomma si è in grado di coprire mediamente e più che abbondantemente tutte le esigenze.

In ogni esemplare prodotto, la XDive inserisce in maniera indelebile un numero di matricola. Questa caratteristica, molto importante, consente di registrare il riferimento in un database, in modo da conservare un calendario di eventuali interventi di manutenzione, ma assicura anche, in caso di furto della torcia, di risalire al legittimo proprietario della stessa, come è già successo.

D.

Quali sono altre caratteristiche tecniche importanti da tener presenti nella scelta di una lampada?

R.

Nella scelta di una lampada, un altro aspetto che ha la sua importanza da un punto di vista operativo, è l'andamento luminoso che la caratterizza. Per tutti gli usi ricreativi e professionali, escludendo le riprese video, la migliore scelta è quella dei tipi a caduta di luce progressiva. Verso la fine della carica infatti, si verifica una caduta progressiva dell'intensità del fascio luminoso fino al completo spegnimento. In questa fase quindi, il subacqueo ha la possibilità di prevedere, di massima, i tempi residui di utilizzo della lampada, che comunque non lo lascia improvvisamente senza una fonte di luce.

Altra caratteristica da tener presente e che reputo molto utile è la dotazione di un sistema termostatico interno, che abbassa automaticamente l'intensità luminosa al raggiungimento di una temperatura critica, e che quindi protegge i componenti della lampada dal surriscaldamento, in base alle condizioni esterne. Aggiungerei anche tra le dotazioni più importanti di una lampada, la disponibilità di un blocco di sicurezza dell'accensione, da attivare durante il trasporto, che evita un pericoloso surriscaldamento dei componenti, con danni irreversibili, in caso di accidentale accensione fuori dell'acqua. Altra attenzione va posta al sistema di accensione/spegnimento, che per essere molto affidabile, i migliori produttori lo realizzano con un magnete alloggiato in camera stagna appositamente progettato; sicuramente è più duraturo e affidabile di quello tradizionale affogato in resina. Un ultima caratteristica molto importante è che i corpi delle lampade siano dotati di valvola di sovrapressione, che previene le conseguenze di una possibile formazione di gas in caso di avaria degli accumulatori, che potrebbe provocare persino l'esplosione della lampada stessa.

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Una dotazione particolarmente consigliabile per tutte le esigenze generali dell'immersione ricreativa, ma anche per l'immersione tecnica, è quella che può essere composta, ad esempio, da una lampada principale con un flusso luminoso di 1.000 lms reali e un angolo di 6°, per un uso generico, con autonomia di 1h e 30' alla massima potenza e di 4h e 30' a metà potenza (modello X Fusion N), e di una seconda torcetta di backup con un flusso luminoso di 350 lms reali e un angolo di 6°, con un'autonomia di circa 5h (modello X-Backup). Si tratta di una combinazione che assicura una lunga autonomia complessiva e ampi margini di sicurezza, oltre a ingombri e pesi ridotti in caso di viaggi aerei. Oltretutto montano la stessa cella rimovibile, che in caso di necessità, per esaurimento di una delle due, può essere intercambiata.

D.

Per quanto riguarda invece il tipo di materiale con cui sono realizzati i corpi delle lampade, consigli il metallo o le resine?

R.

Sicuramente il metallo, in particolare l'alluminio anodizzato, ossia trattato con ossidazione anodica, ha dimostrato negli anni la sua validità in termini di robustezza, ma nel tempo ha mostrato anche dei lati deboli, ossia nei punti di maggiore usura, come le parti filettate, e dove lo sfregamento o i graffi e gli urti portano via il trattamento anodico protettivo, si innestano problemi di ossidazione, che mangiano di fatto il metallo. Io già da qualche tempo ho invece fatto una scelta di fondo, utilizzando un materiale che reputo straordinario, ossia la resina acetalica denominata POM, e che a seguito del brevetto dell'azienda che ne è titolare, la DuPont, viene comunemente conosciuto con il nome di Delrin. I vantaggi che offre sono notevoli; prima di tutto la totale assenza di fenomeni ossidativi, poi la notevole facilità di lavorazione con frese e torni, e in più con caratteristiche meccaniche, molto apprezzabili, di resistenza al taglio, alla tensione, alla flessione e alla compressione, con un ottimo ritorno elastico che lo preserva da deformazioni permanenti. A queste si aggiunge la possibilità di lavorarlo con un'ottima finitura superficiale con rugosità molto basse, che ne favorisce la tenuta nei punti di contatto delle guarnizioni o ring, sia di vuoto che a pressione. Non ultima caratteristica è che la resina acetalica consente di ottenere più facilmente un assetto neutro di una lampada rispetto all'alluminio. Tanto per dare un dato tecnico, prendendo come riferimento un cubo di alluminio di 10 cm di lato, il suo peso è di kg 2,71 (peso specifico), mentre il peso di uno stesso cubo in resina acetalica è di Kg 1,44 (peso specifico).

Due ultimi consigli. Il primo: nei lunghi periodi di inutilizzo, non lasciare mai scaricare completamente gli accumulatori, e per conservarli al meglio, riporre gli stessi con una tensione pari ai due terzi del valore della carica massima. Per ottenere ciò ci sono due sistemi. Il primo, piuttosto empirico, ma funzionale, consiste nell'effettuare una carica completa e poi effettuare una scarica per un terzo del tempo di autonomia, in un secchio pieno d'acqua. L'altro sistema consiste nell'utilizzo di un accessorio che ho appositamente realizzato a questo scopo, e che effettua automaticamente questa procedura, dal nome Power Reserver.

Il secondo consiglio: quando le lampade non sono utilizzate per un lungo periodo, è bene tenere tutte le parti mobili scollegate, per non stressare le guarnizioni o ring.

 
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Un esempio di modello di alta gamma (X One .3 N) particolarmente adatto all'immersione tecnica. Nonostante le dimensioni contenute, è in grado di erogare un flusso luminoso di 1.000 lms reali con un angolo di 6°, con un'autonomia di 3h e 24' a piena potenza, e di 6h e 48' a metà potenza.

 

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