Il mondo fantastico di Virginia Salzedo – parte 1

Il mondo fantastico di Virginia Salzedo

Intervista di Umberto Natoli

Un universo acquatico che si avvicina spesso alla dimensione del sogno; un gioco sottile che trasfigura la realtà visiva e la porta fino alla dimensione onirica. Eppure oggetti estranei al mondo subacqueo, sembrano convivere perfettamente con le creature marine o d’acqua dolce, quasi fossero dello stesso ambiente, arrivando talvolta ad una simbiosi estetica che porta a risultati fotografici di grande gioiosità.

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E’ questo il mondo fantastico di Virginia Salzedo, che ho il piacere di proporre in questo incontro. Una fotografa subacquea che trasfonde nelle sue straordinarie immagini una marcata visione creativa e la sua forte, ma allo stesso tempo delicata personalità femminile. Finalmente! In un settore dominato prevalentemente da presenze maschili.

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Grazie a lei è tornata ad essere sperimentata la foto creativa in ambiente subacqueo, con risultati sicuramente di grande qualità. Tema sicuramente difficilissimo, molto delicato e rischioso, in cui si è voluta cimentare in tempi abbastanza recenti, e con crescente dedizione.

Questo genere fotografico, molto in voga in passato, aveva poi perso interesse, per motivi facilmente spiegabili. Infatti per un lungo periodo, durato alcuni anni, venivano proposte, anche a livello di importanti competizioni, grandi quantità di immagini con i più disparati oggetti portati sott’acqua, e utilizzati come elementi di composizioni fotografiche, dai risultati non sempre di buon livello artistico. Fu una vera moda, un fenomeno che inflazionò gare, concorsi e pubblicazioni di vario tipo. Poi il trascorrere del tempo, assopita l’euforia iniziale, fece giustizia nel riconoscere ciò che aveva un reale valore estetico, da ciò che invece era solo una stucchevole, e un po kitsch, esercitazione fotografica. Il fenomeno si affievolì anche per una sempre più diffusa cultura ambientale, che privilegiava la riproduzione dell’ambiente subacqueo nella sua naturale realtà, e non utilizzato come un teatro di posa.

Oggi Virginia Salzedo è tra i pochissimi fotografi, anzi, considerando il suo particolare stile, la riterrei un unicum, che hanno voluto ritentare quel tipo di sperimentazione, ma lo ha fatto con un approccio assolutamente nuovo e diverso, molto più rispettoso e integrato con l’ambiente sommerso, e mai invadente, e con una particolare attenzione al contenuto emotivo che deve trasmettere l'immagine. La sua ricerca estetica si è spinta anche nell’affrontare attraverso il filtro della visione subacquea, e con grande coraggio, ma anche con genialità e notevole fantasia, temi sociali molto seri e attuali, come ad esempio la violenza sulle donne. Il risultato molto positivo di questo suo particolarissimo impegno, non è sfuggito all’attenzione, alla ricerca e al severissimo giudizio di chi opera nel mondo del settore pubblicitario. Infatti, esperti creativi, art directors ed esperti di marketing, hanno scoperto e apprezzato lo stile, l'originalità, i contenuti e il taglio delle opere di Virginia, tanto che il suo lavoro è molto richiesto sia dai produttori di attrezzature subacquee, sia di vari articoli di attrezzature e di abbigliamento dedicati al mare.

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Un’allegoria all’alienazione della vita moderna, vissuta come all’interno di una bolla e dipendente quasi totalmente dalla schiavitù del cellulare, delle cuffiette, del computer e di Internet, quasi fossero gli unici mezzi per avere contatti col mondo che ci circonda. Tutto ciò genera comunque una sofferenza interiore che viene rappresentata con il makeup che riga il volto per il pianto.

Ma Virginia Salzedo non è solo questo in tema di contenuti fotografici. Lei nasce prima di tutto come appassionata di riprese d’ambiente, a tutti i livelli, dal campo ravvicinato e macro alle inquadrature d’insieme con obiettivi grandangolari, fino all’introduzione della figura umana, che interpreta sempre con spirito molto creativo. Anzi probabilmente iniziando a collocare, a dare un significato proprio alla presenza di un subacqueo, e a giocare con questa a livello compositivo, ha avuto le prime ispirazioni per stravolgere le regole e reinterpretarne il ruolo nel messaggio fotografico, e da qui passare poi, progressivamente alla pura creazione.

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Colpisce il fatto che la sua esperienza come fotografa non viene da molto lontano, ma è di solo una decina d'anni, in cui ha saputo crescere con grande velocità e qualità. Come subacquea invece vanta un'esperienza maturata in molti anni di appassionata attività.

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Questa bella e solare signora, cresce fin da bambina a Trento, ma appartiene a una famiglia originaria di Nardò in provincia di Lecce, località dove ha sempre trascorso le vacanze estive. Ed è lì che lo splendore del mare salentino le entra nel cuore. Poi a Trento, giovanissima, inizia a frequentare i corsi FIPSAS del circolo subacqueo Le Rane Nere, dove progressivamente cresce nella formazione fino a diventare dive master. L'attività subacquea è ormai diventata la passione della sua vita e occupa gran parte del suo tempo libero, mentre di pari passo consegue una laurea in economia e commercio, che l'avvierà alla professione di commercialista. Poi arriva anche il matrimonio e due figli, che hanno ora 21 e 19 anni. Ben presto però, dopo la nascita del secondo, fa una scelta molto importante: decide di seguire da vicino la crescita dei suoi ragazzi e lascia il lavoro per dedicarsi totalmente alla famiglia, lasciandosi però sempre ampi spazi per le attività subacquee. Ricorda sempre con gioia gli anni delle festose, ma impegnative partenze estive da Trento verso la lontana e amatissima Nardò, stracarichi di bagagli, di attrezzature subacquee, con i cani e i bambini.

Il tempo passa e Virginia a circa 30 anni diviene istruttrice della didattica IDEA e passa molto tempo delle sue vacanze come accompagnatrice nei diving in varie località in Italia e all'estero, intendendo comunque questa pur amatissima attività, soltanto un hobby. Poi però avviene una svolta che cambierà la sua vita. Fin dalle prime esperienze come subacquea, è stata sempre un’appassionata lettrice di riviste del settore, che comprava tutte, ed era molto affascinata dalle belle foto che ne corredavano gli articoli. Pian piano il suo interesse per la fotografia aumentò, stimolato anche da alcuni suoi compagni d’immersione, che con delle piccole fotocamere compatte riportavano comunque a casa belle immagini e tanti bei ricordi delle loro escursioni sottomarine. Fu così che nel 2013, approfittando dell’organizzazione di un corso fotosub all’isola d’Elba, da parte dei suoi amici Franco Nones e Giorgio Braus del circolo Le Rane Nere di Trento, che frequentava, si comprò la prima fotocamera, una Canon G11 con una custodia in policarbonato. Fu amore a prima vista, e Virginia scoprì già dai primi scatti il grande piacere di riprodurre in immagini l’ambiente sottomarino, con risultati molto incoraggianti, tanto che i suoi maestri gli riconobbero fin dalle prime lezioni un notevole occhio fotografico. Proprio la scoperta di avere un talento naturale nel trovare un soggetto fotografico e inquadrarlo nel modo migliore nello spazio di un’inquadratura, trasformò molto rapidamente in Virginia un semplice interesse in una vera passione, che trovò subito molto appagante. Era questa la chiave di volta, l’aspetto più importante dell’arte della fotografia, che scoprì di saper dominare. Gli aspetti tecnici sarebbero venuti subito dopo; bastava studiarli per perfezionare le sue conoscenze. E così fu. Molto rapidamente si aggiornò con impegno sulla teoria fotografica, sulla conoscenza approfondita di argomenti come esposizione, tempi, diaframmi, profondità di campo, sensibilità, sensori, ottiche, luce artificiale. Aggiunse poi alla fotocamera un piccolo flash della Sea&Sea, e tre anni dopo sostituì la G11 con il modello più aggiornato Canon G16 in una custodia metallica Isotta, decisamente più performante, dotandola anche di un aggiuntivo grandangolare, e sostituì il suo primo piccolo flash con una coppia del modello D1, sempre della Sea&Sea, molto più potenti. I risultati continuavano a crescere in qualità, e trascinata dall’entusiasmo dei suoi amici e maestri Nones e Braus, iniziò a cimentarsi timidamente, quasi per gioco e senza molte aspettative, tanto per fare un’esperienza, nelle competizioni selettive di fotografia subacquea che organizzava la FIPSAS. Invece il suo nome, già dopo poche gare, cominciò a salire sempre più in alto nelle classifiche dei primi dieci concorrenti. Il suo naturale talento fotografico aveva trovato un terreno fertile e straordinariamente stimolante dove potersi perfezionare, cimentare e confrontare. Iniziò così una felice stagione di successi, con alcuni primi posti, sia individuali, sia per società, che è durata circa dieci anni e che gli hanno consentito di raggiungere una piena maturità come fotografa. “Le gare insegnano. Insegnano molto” ama ripetere. “E’ in quelle occasioni che ti cimenti con te stessa; impari a conoscere i tuoi limiti e impari a non lasciare nulla d’intentato, e a non mollare anche se le condizioni ambientali possono divenire avverse, come mare mosso, freddo, acqua torbida. Impari anche e soprattutto a pensare velocemente, a concentrarti al massimo per cercare il soggetto e l’inquadratura giusta. Impari a pesare e a valutare il lavoro degli altri concorrenti, e i criteri di valutazione di una giuria, che non sempre collimano con il tuo”.

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Nel frattempo i suoi genitori, visto l’entusiasmo e il talento di Virginia, e la sua felicità per i risultati raggiunti, capiscono che l’amore per la fotografia sta assumendo un ruolo primario nella sua vita e decidono di farle un regalo importante: un’attrezzatura di livello superiore. E’ il momento della grande svolta: è il momento del passaggio al sistema reflex, con le sue ottiche molto più diversificate e con sensori di qualità decisamente più elevata. Virginia si dota quindi di una Nikon D500 in formato Aps c, che correda con un obiettivo fish eye zoom Tokina 10 – 17, di un 60 mm macro Nikon e di un 105 mm macro sempre Nikon. Il tutto contenuto in una custodia Isotta, completa dei relativi oblò correttori e piani. Ai flash Sea&Sea D1 affianca ora due potenti Ikelite DS 161, che tuttora utilizza con piena soddisfazione per la luce vivida e brillante che offrono.

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