Il mondo fantastico di Virginia Salzedo – parte 2

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Con il passare del tempo però l’esperienza della stagione delle gare la considera ormai esaurita, pur avendola amata molto, perché la ritiene troppo totalizzante per l’impegno che richiede, ma soprattutto perché a un certo punto della sua vita ha fatto una scelta importantissima, di tipo professionale. Mantiene tuttavia un forte legame con il mondo delle competizioni fotografiche e con i tanti amici che ha conosciuto nel tempo, curando infatti l’immagine e la promozione con le attività della FIPSAS, a cui tiene moltissimo.

Ma torniamo alla sua scelta esistenziale. Il successo dei suoi lavori, ma soprattutto il suo stile, aveva cominciato ad incontrare l’apprezzamento delle agenzie pubblicitarie, che le avevano commissionato alcuni servizi fotografici, il cui immediato gradimento è stato contagioso, tanto che gli incarichi si sono seguiti in rapida sequenza. Aveva scoperto un modo di fare fotografia straordinariamente appagante e un nuovo affascinante ambiente di professionisti della comunicazione con cui confrontarsi. Le immagini di quei lavori, nella concezione, nei contenuti, nel taglio, avevano una finalità ben precisa, ossia venire incontro alle esigenze del committente; e discuterne e deciderne i contenuti con pubblicitari di grande esperienza, divenne per lei un’esperienza molto gratificante. In quel momento Virginia si è trovata davanti alla possibilità di cambiare radicalmente l’organizzazione della sua vita, e considerando che i figli erano divenuti ormai grandi, riducendosi di conseguenza la pressione degli impegni familiari, decide di dedicarsi definitivamente alla fotografia da professionista. Implementa ulteriormente l’attrezzatura che ora deve avere caratteristiche di assoluta qualità, senza compromessi, e passa al pieno formato fotografico con fotocamere Nikon D850, sempre in custodia Isotta e oblò dedicati, e pur mantenendo gli ottimi obiettivi macro, aggiunge al parco ottiche lo zoom fish eye Nikon 8/15, concepito per il sensore full frame.

In questo suo nuovo impegno professionale, pur dovendosi confrontare con la visione degli altri componenti creativi del gruppo di lavoro, mantiene comunque, come condizione imprescindibile, il suo occhio fotografico e la decisione finale nella costruzione di un’immagine. Ci tiene a mantenere quello che ritiene sia un elemento di forza nella riuscita di un suo lavoro fotografico, ossia il punto di vista femminile che l’ha sempre contraddistinta. E questo lo applica anche nell’affascinante ricerca che sta sperimentando recentemente, affrontando tematiche sociali difficilissime e per loro natura molto, ma davvero molto lontane dal mondo subacqueo, come ad esempio il disagio della disabilità e la violenza sulle donne. Tematiche che, affrontate attraverso le sue foto, definisce “Un grido muto. Se le urli da sott’acqua fai più rumore”.

Virginia comunque non ha mai abbandonato la fotografia subacquea tradizionale, il primo amore, ossia la ripresa dell’ambiente che realizza sempre con grande passione sia in Mediterraneo che nei mari tropicali, ma anche nelle acque dolci, persino riprendendo ad esempio trote in torrenti con pochi centimetri d’acqua freddissima.

In questo genere fotografico ama spesso cambiare taglio e stile, provando nuovi giochi di luce, che tende a rendere sempre molto morbida e diffusa, soprattutto nelle riprese con un obiettivo grandangolare, ma anche ama sperimentare l’esatto contrario con l’utilizzo di uno snoot, strumento che anteposto alla parabola di un flash, concentra la luce in un solo punto dell’inquadratura. Questa tecnica l’applica nelle riprese in campo ravvicinato e macro, un genere a cui si dedica con particolare piacere, e nel quale utilizza anche un piccolo flash Mini Backscatter a luce concentrata.

Ma al di là della tecnica, che in realtà è fatta di pochi elementi e di poche regole, è proprio il taglio, l’occhio, l’intuito e la straordinaria fantasia di Virginia Salzedo a regalarci la qualità delle sue bellissime e singolarissime immagini, che cominciano a fare scuola nel difficile e delicato mondo dell’immagine creativa.


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Tema della disabilità

Virginia Salsedo ha inteso la disabilità vissuta in ambiente acquatico come una liberazione dai limiti della gravità in ambiente aereo. La persona si può sentire più libera e autonoma, abbandonando la dipendenza dalla carrozzella.

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Tema della violenza sulle donne

Virginia Salsedo ama ripetere che ha sviluppato la concezione delle sue immagini sul tema della violenza sulle donne come un grido muto “Se lo gridi da sott’acqua fa più rumore”.

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La fantasia e la creatività di Virginia Salsedo ha incontrato un grande consenso nel difficile mondo del messaggio pubblicitario.

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