Una prestigiosa vetrina di condivisione scientifica, la rivista “The LANCET Oncology”, ha pubblicato gli interessanti risultati di uno studio del Dr. Nicklas Oscarsson e Colleghi: lo studio Rich-ART, un trial clinico randomizzato sul ricorso all’OTI nella ‘cistite post-attinica’ (o cistite emorragica da radioterapia) (1). Con il termine di ‘cistiti post-attiniche’ si intendono quelle cistiti che, con una frequenza del 5-15%, si registrano nei pazienti radiotrattati per delle neoplasie pelviche (come sono alcune lesioni a localizzazione prostatica, rettale o ginecologica).
Le manifestazioni sintomatologiche di questo specifico quadro possono determinare un importante peggioramento della qualità della vita, a causa dell’ematuria e delle sue complicanze (quali per esempio la ritenzione urinaria dovuta alla formazione di coaguli ostruenti le vie escretrici, aumento della frequenza urinaria, incontinenza, o disuria), ed avere di conseguenza anche un forte impatto socio-sanitario.
Lo studio Rich-ART ha rilevato significative prove di efficacia nel ricorso al trattamento con OTI delle forme meno gravi, ma purtroppo comuni, di cistite indotta da radiazioni.
Questo post tratta delle evidenze che sostengono l’uso dell’OTI in questi casi.
Per quanto non sia espressamente riportato, l’NNT dell’OTI in questa patologia è un promettente 3 (2).
Con un Number Needed to Treat di 3 (NNT = 3) si afferma in questo caso che basterebbe trattare con OTI tre soggetti affetti da questa patologia per evitare un evento singolo. Ovvero nel nostro caso, per maggior chiarezza, la patologia viene ben controllata in un soggetto ogni tre trattati con OTI.
Si evince inoltre che intervalli più brevi tra la diagnosi e l’inizio dell’ossigenazione iperbarica comportano risposte cliniche più precoci e migliori, come nel caso in cui si riesca a realizzare un intervallo breve tra l’esposizione alle radiazioni e l’inizio dell’OTI.
Dott. Luigi Santarella
Per un maggiore approfondimento sul tema si rilancia ai due link sottoriportati ed al prossimo numero del Bollettino SIMSI.
Note bibliografiche ————————————————————————————————————————————————————————–