Il rigore sbagliato

Avvocato Giancarlo d’Adamo

Un vecchio detto recita: “chi non calcia il rigore non lo sbaglia”.

Che equivale a dire: se di fronte ad una situazione non agisci, non puoi sbagliare. E’ sempre così?

 

Quella giuridica è una scienza in continua evoluzione, ed oggi il detto popolare andrebbe modificato in: “chi non calcia il rigore non lo sbaglia, a meno che non sia obbligato a tirarlo”. Infatti, se l’arbitro (bontà sua) concedesse un rigore che nessuno poi vuole tirare, equivarrebbe ad averlo sbagliato.

Va bene, lasciamo il campo di calcio, sgonfiamo il Gav e immergiamoci.

Di fronte ad una situazione di emergenza o potenziale pericolo del subacqueo, basta non intervenire per non essere ritenuti responsabili di eventuali conseguenze al malcapitato? Anche qui vale lo stesso principio, ed allora la domanda da porsi è: chi è obbligato ad agire?

La Giurisprudenza ha risposto a questo quesito attribuendo rilievo giuridico alla “posizione di garanzia”.

La Suprema Corte di Cassazione con (la nota) sentenza n. 38991 del 10 giugno 2010 ha chiarito che si delinea una posizione di garanzia a condizione che:

  1. un bene giuridico necessiti di protezione, poiché il titolare da solo non è in grado di proteggerlo. Immaginiamo l’allievo che si iscrive ad un corso di primo livello, privo pertanto delle minime conoscenze necessarie per immergersi in sicurezza o a colui che si affida alla guida subacquea perché non conosce a sufficienza il sito d’immersione.
  2. una fonte giuridica – anche negoziale – abbia la finalità di tutelarlo. Concordare con un allievo un percorso di formazione finalizzato al conseguimento di un brevetto in cambio di un prezzo è un contratto a tutti gli
    effetti, così come pagare la guida/diving per essere accompagnati in immersione. A dire il vero, la posizione di garanzia non nasce necessariamente, solo ed esclusivamente da un contratto. Occorre fare riferimento al rapporto che di fatto si instaura tra le parti. Ciò che assume rilievo giuridico è l’affidamento che un soggetto ripone in chi è posto in una posizione di preminenza e quindi di garanzia. L’elaborazione del concetto di “posizione di garanzia” non risulta limitato alla subacquea o allo sport in generale, ma si attaglia a numerosissime ipotesi della vita quotidiana. Sussiste una posizione di garanzia in capo ai genitori per i figli, in capo all’insegnante nei confronti degli scolari, in capo al conducente di un’autovettura per i trasportati, in capo al medico per i pazienti, ecc…
  3. tale obbligo gravi su una o più persone specificamente individuate. Non ogni individuo assume una posizione di garanzia, ma tale soggetto è individuabile, volta per volta, in relazione alla posizione che ricopre.
  4. le persone individuate siano dotate di poteri atti ad impedire la lesione del bene garantito. Pensate all’istruttore che sceglie il sito per lo svolgimento delle lezioni in acqua, modalità e tempi degli esercizi da compiere, ecc. Ovvero alla guida, che può (e deve) variare il percorso indicato nel briefing se ritiene che le condizioni (idrografiche, meteo e marine) non risultino adatte a mantenere in sicurezza i partecipanti.

Se dunque si dovesse verificare un evento (ad esempio un incidente da cui derivano lesioni personali ad uno dei partecipanti all’immersione) il giudice verificherà se la persona, che era tenuta a realizzare una determinata condotta per garantire l’incolumità del bene salute dei partecipanti all’immersione, la abbia effettivamente tenuta, omessa o ancora, ne abbia tenuta una diversa da quella che avrebbe dovuto tenere.

L’art. 40 del codice penale è chiarissimo sul punto: “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.

Ed allora, in conclusione, piuttosto che girarsi dall’altra parte nella speranza di farla franca, è decisamente più saggio addestrarsi, essere sempre attenti e vigili ed intervenire ove occorra.
Per la cronaca: io i rigori li tiravo, anche se un po’ mi tremavano le gambe… sceglievo un lato e tiravo forte.
A volte li sbagliavo, a volte no.

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