Avvocato Giancarlo d’Adamo
Un vecchio detto recita: “chi non calcia il rigore non lo sbaglia”.
Che equivale a dire: se di fronte ad una situazione non agisci, non puoi sbagliare. E’ sempre così?
Quella giuridica è una scienza in continua evoluzione, ed oggi il detto popolare andrebbe modificato in: “chi non calcia il rigore non lo sbaglia, a meno che non sia obbligato a tirarlo”. Infatti, se l’arbitro (bontà sua) concedesse un rigore che nessuno poi vuole tirare, equivarrebbe ad averlo sbagliato.
Va bene, lasciamo il campo di calcio, sgonfiamo il Gav e immergiamoci.
Di fronte ad una situazione di emergenza o potenziale pericolo del subacqueo, basta non intervenire per non essere ritenuti responsabili di eventuali conseguenze al malcapitato? Anche qui vale lo stesso principio, ed allora la domanda da porsi è: chi è obbligato ad agire?
La Giurisprudenza ha risposto a questo quesito attribuendo rilievo giuridico alla “posizione di garanzia”.
La Suprema Corte di Cassazione con (la nota) sentenza n. 38991 del 10 giugno 2010 ha chiarito che si delinea una posizione di garanzia a condizione che:
Se dunque si dovesse verificare un evento (ad esempio un incidente da cui derivano lesioni personali ad uno dei partecipanti all’immersione) il giudice verificherà se la persona, che era tenuta a realizzare una determinata condotta per garantire l’incolumità del bene salute dei partecipanti all’immersione, la abbia effettivamente tenuta, omessa o ancora, ne abbia tenuta una diversa da quella che avrebbe dovuto tenere.
L’art. 40 del codice penale è chiarissimo sul punto: “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.
Ed allora, in conclusione, piuttosto che girarsi dall’altra parte nella speranza di farla franca, è decisamente più saggio addestrarsi, essere sempre attenti e vigili ed intervenire ove occorra.
Per la cronaca: io i rigori li tiravo, anche se un po’ mi tremavano le gambe… sceglievo un lato e tiravo forte.
A volte li sbagliavo, a volte no.