South Cina Karts Plain Project: intervista a Simone Nicolini

Rosario_Infascelli

Il “South Cina Karts Plain Project” è un importante progetto dedicato all’esplorazione di uno dei paesaggi carsici tropicali più spettacolari del mondo situato nel sud della Cina, più precisamente nella regione autonoma del Guangxi.

Abbiamo intervistato Simone Nicolini, guida ambientale e subacquea, appassionato di fotografia e biologia marina e proprietario, insieme a Stefania Mensa, dell’Argentario Divers di Porto Ercole. Si occupa dell’aspetto tecnico del diving, dell’organizzazione delle immersioni tecniche e dei corsi. La curiosità lo ha portato a specializzarsi in vari settori della subacquea tecnica, in particolare nell’esplorazione di relitti, pareti e secche.

Simone ha preso parte al progetto e si è occupato di condurre le immersioni di esplorazione nelle nuove grotte ed effettuare le riprese video.

Quale è stato il tuo primo contatto con il mondo dei sub, ti sei appassionato a questo mondo fin da bambino o è stato un percorso che hai intrapreso da adulto?

Simone NicoliniTutta colpa di un amico di mio padre! Si chiama Walter, è una persona molto attiva, appassionato subacqueo, amante del mare, della pesca, della vela e di tutti gli sport all’aria aperta. Fin da piccolo mi portava sempre con lui facendomi partecipare a tutte le sue attività all’aria aperta fin quando una sera, dopocena, ha iniziato a proiettare le fotografie subacquee che scattava in giro per il mondo…Maldive, Mar Rosso, Borneo e…Sugologone, si proprio Sugologone, una risorgenza che si trova in Sardegna che sin da piccolo ha sempre attirato la mia curiosità. Quelle immagini proiettate quella sera mi segnarono il cuore e da allora ho deciso di dedicare la mia vita all’esplorazione del mare.

Sappiamo che ami l’esplorazione dei siti profondi meno frequentati. Fra le tante spedizioni ce n’è una che ricordi in particolare per le emozioni che ti ha fatto provare?

In realtà quando esplori un sito sconosciuto è sempre molto adrenalinico…sia che si trovi a due miglia dal porto “di casa” sia che si trovi dal altra parte del mondo! Uno dei momenti più emozionanti che ho vissuto è stato proprio nel corso dell’esplorazione di un relitto nelle nostre acque, precisamente all’altezza di Montalto di castro. Da anni avevo il punto della nave segnato sul GPS di bordo. L’avevo preso consultando il famoso libro di Fusco “Il fondo del Mare”, che riportava un bastimento affondato proprio davanti alla spiaggia di Corneto. 

Corneto oggi non esiste più, si chiama Tarquinia, il nome è stato cambiato nel 1922 dopo la grande guerra. I pescatori locali lo chiamano il vapore Romeo, lo chiamano così e non so perchè…magari Romeo è il nome del capo-pesca che l’ha trovato per primo perdendoci le reti! Il tratto di mare tra Montalto e Tarquinia è conosciuto dai subacquei come un tratto di mare insidioso, con acque spesso torbide e forti correnti. Non a caso per anni abbiamo evitato di andarci, ma questa volta è diverso, scatta una molla, l’istinto dice di andare a vedere cosa si nasconde in quel punto.

Approfittiamo di una splendida giornata di mare calmo e decidiamo di andare a fare un giro di perlustrazione con Marco Donato e Massimiliano (il Presi). Passiamo sul punto e l’ecoscandaglio delinea immediatamente una sagoma scura che dal fondo alza quasi 30mt, siamo eccitatissimi…facciamo ampi giri per capire meglio le dimensioni e l’orientamento del relitto dopodiché lanciamo il pedagno. Ci tuffiamo, rapido check e giù, il silenzio del mare rotto solamente dal rumore sordo di un peschereccio che sta navigando qualche centinaia di metri più a nord. Discesa stupenda, densa di emozioni: tutte le gradazioni di blu racchiuse in 5 minuti, dall’azzurro del cielo al blu cobalto e più i metri scorrono più tutto diventa intenso e scuro. Ad un certo punto si materializzano davanti a noi nuvole di anthias, ci siamo, siamo vicini! La discesa prosegue fino a quando ci troviamo davanti uno spettacolo surreale. La nave è avvolta da un manto di nebbia, ed emerge imponente la prua che si staglia verso la superficie inclinata di 45°, l’inclinazione è tale che all’altezza del bompresso mancano 20 metri per arrivare sul fondo! Sembra la sagoma di un veliero fantasma.

Simone NicoliniIl bompresso è ancora integro e le ancore sono ancora al loro posto. Un guizzo improvviso rivela la presenza di due pesci luna che, disturbati dai lampi dei flash decidono di spostarsi di qualche metro. Torniamo ad ammirare la nave concentrando l’attenzione sull’attaccatura del bompresso in modo da scorgere particolari utili per il riconoscimento della nave.

A prua la zona degli argani è coperta da cavi e reti perse da pescatori. Magari sono gli attrezzi da pesca persi proprio dal famoso Romeo. Ci dirigiamo verso la coperta della nave, il ponte probabilmente era in ferro e legno, si distinguono bene i bagli e i locali sotto la prua. Riconosciamo i locali dove venivano riposti lanterne e fanali di via, ci affacciamo e li troviamo infatti ancora intatti al loro posto. Ci fermiamo per qualche scatto dopodiché decidiamo di esplorare il resto della nave ma nello scendere, avvicinandoci verso il fondale la visibilità cala drasticamente e optiamo per risalire, oramai il tempo pianificato è scaduto ed è ora di risalire.
Caro MisterX ci vediamo alla prossima puntata!

Come descriveresti i paesaggi carsici tropicali agli occhi di una persona che non li ha mai visti e cosa ti ha colpito di più di questo territorio che pochi conoscono?

Penso che questa foto valga più di mille parole.

Simone Nicolini

 

Cos’è il South Cina Karts Plain Project e quale è il suo scopo?

La zona sud occidentale della Cina, più precisamente nella regione del Guangxi è presente una vasta area carsica circondata da innumerevoli corsi d’acqua. Dal punto di vista geologico da sempre questa zona offre fantastiche scoperte e nuove emozioni.
E’ talmente vasta, impervia e inesplorata che è molto facile imbattersi in una cavità o in una grotta non conosciuta o non catalogata. La particolarità dell’area è che le grotte subacquee si trovano prevalentemente lungo i fiumi. Non sono facili da scoprire, a meno che tu non cerchi le lavandaie dei villaggi; loro conoscono il fiume a menadito e sanno dove sono le zone dove l’acqua è più pulita. Spesso questo significa che nei pressi c’è una sorgente d’acqua fresca e sta a chi la trova capire se si sviluppa una grotta subacquea oppure no!

Lo scopo di questo progetto è quello di scoprire nuove grotte subacquee, esplorarle e metterle in sicurezza, che vuol dire farne un rilievo topografico e posizionare all’interno della grotta una sagola fissa completa di segnaletica direzionale che possa essere utilizzata per agevolare l’ingresso e la progressione per i subacquei che verranno successivamente ad esplorare la grotta. Questo lavoro è molto utile per la comunità subacquea locale, perché mette a loro disposizione i rilievi delle grotte e una sagola guida che li aiuterà nel proseguimento delle future esplorazioni.

Simone Nicolini

 

 

 

Condividi: