Il piede diabetico è un’emergenza sanitaria. In Europa (510 milioni di abitanti al 1 gennaio 2016) sono stimati 60 milioni (range 45.1-85.6) di diabetici con età compresa tra 20 e 79 anni. Ogni anno si verificano 1,2-1,8 milioni di nuovi casi di piede diabetico per un costo di 12-18 miliardi di euro. Inoltre, ogni anno in Europa, circa duecentomila diabetici subiscono amputazione agli arti inferiori, con un costo stimato di 37 mila euro per ciascun paziente nel primo anno dalla amputazione.
La SIMSI plaude e segue con molto interesse lo sviluppo della normativa italiana sulla gestione del diabete. La SIMSI approva e sostiene il documento proposto il 6 dicembre 2016, dall’Associazione Diabete Italia nell’audizione concessa dalla XIII Commissione del Senato della Repubblica, di cui si parla anche su questo articolo della Società Italiana di Diabetologia.
A pagina 2 è citato il documento del 20 giugno 2016, elaborato dalla Associazione Medici Diabetologi e della Società Italiana di Diabetologia (SID) su “Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016″ che dovrà essere aggiornato. Attualmente l’informazione relativa all’ossigenoterapia iperbarica nel piede diabetico (pagina 218) fa riferimento a un lavoro scientifico buono ma vecchio (Faglia, 1996) e a una debole, incompleta revisione della letteratura (Kranke, 2012).
In realtà, nel 2016, la Society for Vascular Surgery in collaborazione con la American Podiatric Medical Association e con la Society for Vascular Medicine hanno pubblicato la linea guida per la gestione del piede diabetico nell’ambito della quale la terapia iperbarica (al pari di altre terapie avanzate come la terapia a pressione negativa e la medicina rigenerativa) è considerata appropriata, con un buon livello di evidenza GRADE 1B, nella gestione del piede diabetico quando ci sia un ritardo di guarigione dopo quattro settimane di cure appropriate e nella osteomielite, previa pulizia chirurgica dell’osso infetto. La linea guida USA è illustrata su queste slide.
Inoltre, in aprile 2016, la giuria di esperti della Conferenza di Consenso organizzata dalla European Committee for Hyperbaric Medicine ha ritenuto appropriata l’ossigenoterapia iperbarica nel piede diabetico con livello di evidenza GRADE 2B. Gli esperti hanno considerato che la efficacia della terapia iperbarica è ridotta quando inserita in un percorso interdisciplinare di cura incompleto o inappropriato come, purtroppo, spesso accade). Qualora il percorso sia appropriato, il livello di evidenza per la terapia iperbarica potrebbe essere elevato a GRADE 2A.
La SIMSI intende attivare un gruppo di lavoro congiunto con il gruppo Associazione Medici Diabetologi e Società Italiana di Diabetologia (SID) per il piede diabetico con il fine di valutare le recenti evidenze scientifiche e aggiornare, eventualmente, il documento sugli Standard per il diabete mellito. L’obiettivo è importante perché in diverse Regioni (per esempio Campania, Sardegna) si stanno elaborando i percorsi di diagnosi, terapia e assistenza (PDTA) per il piede diabetico ed è essenziale che anche il medico iperbarico sia all’interno del previsto gruppo multidisciplinare. Nelle Aziende Ospedaliere (penso, in riferimento alle Regioni citate, all’Ospedale Cardarelli di Napoli, all’Ospedale Marino di Cagliari) ci sono colleghi che hanno una notevole esperienza e possono contribuire utilmente al successo nella cura del piede diabetico. È dimostrato che il costo (rapporto tra efficacia e soldi spesi o Value for Money) della terapia iperbarica nel piede diabetico è vantaggioso per il Servizio Sanitario Nazionale.
Riferimenti di letteratura