Vent’anni di onorato servizio appena compiuti dall’Unità operativa OTI ospedale Cardarelli, il dott. Mariano Marmo racconta. (Ospedale Antonio Cardarelli, Napoli)

Ventennale di operatività del servizio OTI ospedale Cardarelli, intervista al dott. Mariano Marmo

– Buongiorno dott. Mariano Marmo, la prima non è una domanda ma un riconoscimento doveroso e un ringraziamento di tutti noi per l’eccellente lavoro da te svolto come dirigente SIMSI e caporedattore del bollettino SIMSI per tanti anni; invece è di pochi giorni fa il raggiungimento dell’importante traguardo di vent’anni di attività del centro iperbarico presso l’Ospedale A.O.R.N. – A. Cardarelli facente parte dell’unità U.O.S.C. di TIPO, OTI ed Attività Anestesiologica in Elezione in cui sei responsabile insieme al direttore Dott. Antonio Frangiosa; tu che l’hai visto crescere dalla nascita che emozioni puoi trasmetterci?

– Il ricordo risale a quel 6 Marzo del 2003 quando, tra gli impegni organizzativi dei due anni precedenti e le relative scelte strutturali, avvenne il taglio del nastro di inaugurazione. Ciò rendeva l’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli, autonomo nell’ accogliere e gestire i trattamenti in elezione ed in urgenza, di tutti i pazienti ricoverati senza i disagevoli trasporti, a cui si aggiungeva un considerevole risparmio in termini di sostenibilità. L’attività clinica, dopo l’inaugurazione, ebbe inizio il 13 aprile dello stesso anno. Il centro di Terapia Iperbarica dell’AORN “A.Cardarelli” di Napoli, sorge su di un’area edilizia di 450 mq a cui sommare quella destinata allo stoccaggio e produzione di aria compressa e del sistema antincendio. Da sempre, essendo forniti di eliporto, facciamo parte della rete delle emergenze come centro di riferimento territoriale regionale con reperibilità notturna e festiva h/24. Mi chiedi di esplicitare le emozioni in occasione di questo speciale compleanno? Ebbene, Ti risponderò rivelandoTi che questo centro rappresenta una portentosa e felice coincidenza professionale e familiare nel senso che in quel mese del 2003 nacque anche mio figlio Carlo che con i suoi venti anni è oggi al secondo anno del corso di laurea di medicina.

– Nel corso degli anni come hai visto cambiare la considerazione degli altri specialisti medici nei confronti dell’OTI e, se li avete avuti, quali ostacoli avete dovuto affrontare?

– Non posso certo nascondere che vi sia stato un grande impegno nel far conoscere, in termini teorici e pratici, questa branca specialistica della medicina a tutti i colleghi dei numerosi reparti. Ho avuto nei primi anni difficoltà di vario genere che sono state superate contando sulla collaborazione di pochi ma con il contributo concreto di molti della SIMSI. Abbiamo stabilito in questi venti anni rapporti di stima e collaborazione reciproca con chirurghi ed internisti nell’interesse comune, il benessere dei pazienti ed il prestigio della nostra azienda ospedaliera. Impeccabile e determinante è stata l’assistenza della Sapio-sistemi iperbarici e dei suoi tecnici nella riuscita del tutto.

– Compiuti i 20 anni e visti i numeri di tutto rispetto delle prestazioni eseguite, quali sono gli obiettivi ed i progetti per il futuro?

 

– Gli obbiettivi per il futuro sono rappresentati, ancora oggi, dall’impegno nella clinica per rimarcare ed informare l’importanza di cooperazione con colleghi e pazienti nelle utili decisioni. Non di meno, risulta essenziale l’organizzazione nella formazione del personale medico ed infermieristico con corsi residenziali continui. Nel computo di tutto ciò abbiamo l’esigenza di dare spazio anche ad un’attività di ricerca sul campo per dare contributi in materia. La credibilità della “medicina delle evidenze” si ottiene anche con l’onesta pubblicazione delle proprie esperienze. Ho sempre pensato, a questo proposito, che le strutture ospedaliere e le università non debbano procedere a “camere stagne” nelle metodiche e nella ricerca ma fare fronte comune senza sterili agonismi.

 

– Grazie Mariano per aver condiviso con noi i tuoi ricordi e la tua esperienza ed in bocca al lupo a Carlo per la sua carriera di studi ricordandogli che, oltre che amorevole, ha una miniera di sapere come babbo.

Luigi Santarella

 

 

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